“Incontrerò Jannik il 2-3 dicembre a Montecarlo e inizieremo a lavorare in vista degli Australian Open, analizzeremo gli esercizi per capire dalle misurazioni cosa si può migliorare. Il mio compito è quello di realizzare valutazioni biomeccaniche e strutturali utilizzando strumenti moderni che mi permettono di avere informazioni sulla qualità dei movimenti per diminuire infortuni e migliorare le performance” Un lavoro che già ha fatto con Djokovic
“Sì nei quattro anni con cui Nole ha lavorato con Marco Panichi: io sono membro del suo staff e dal 2021 al 2024 ho curato Djojovic. Sono andato in Serbia, a Belgrado: è una persona fantastica, ti mette a tuo agio, umanamente gentilissima. Ovviamente quando si lavora con simili top-player i margini di miglioramento su questo aspetto sono minimi ma possono fare la differenza, come nella Formula 1 quel centesimo che permette a una Mercedes di battere una Ferrari o viceversa”. Djokovic dà l’idea di essere più socievole e burlone di Sinner
“Sul lavoro è serissimo sempre ma gli piace comunque scherzare, lo conoscete. Ricordo che il primo giorno che l’ho incontrato abbiamo iniziato a giocare a calcio volley, era una sensazione davvero strana per me, ritrovarmi a giocare a pallone con uno dei tennisti migliori del mondo…E’ finita che sono inciampato e sono caduto nei pesi suscitando l’ilarità generale, divertente solo per loro, devo dire…” Commentava mai con voi le sue partite?
“No, però parlava del Milan di cui è grande tifoso, nell’anno dello scudetto del Napoli era rassegnato, mi diceva sempre: lo vincete voi..Io scaramanticamente gli dicevo di no. Anche con Marco Panichi il rapporto era ottimo, si fidava tantissimo, idem con Ivanisevic, c’era grande empatia. Quando si sono separati è stato di comune accordo, non è stato un licenziamento come ho letto…”. E dopo Djokovic è arrivato Sinner per Panichi…e per lei
“Panichi è uno dei migliori al mondo, tira fuori il meglio di ognuno, a me non ha mai fatto pesare essere il preparatore del n.1 del mondo. Con Sinner è stata una concomitanza di eventi, Marco era libero e Sinner voleva cambiare dopo la vicenda doping” Che impressione ha avuto da Sinner sia pure a distanza?
“Sicuramente penso che rispetto a Nole sia diverso. Ovviamente lo seguo sempre in tv ma lavorativamente cerco di evitare di farmi influenzare da quello che vedo sullo schermo a livello di postura e altro: Nole ad esempio aveva un ginocchio che andava verso l’interno ma non è detto sia disfunzionale, la postura dell’atleta va personalizzata sul soggetto e sul modo di giocare, meglio avere valutazioni oggettive per fare diagnosi soggettive”. Dopo Sinner Aldo Chiari ha altri sogni nel cassetto?
“Ora sto a Formia a lavorare con la Federtennis con le Under 18 e le over 18, le speranze del futuro ma il mio sogno è tornare a lavorare a Napoli, sarebbe bello fare il preparatore per il Napoli calcio, sarebbe una sfida interessante mettere in sesto Lukaku. Scherzo, i preparatori del Napoli sono bravissimi ma io sono innamorato della mia città e vorrei tornarci a lavorare”.