Adesso il traguardo i Thunder lo vedono vicino per davvero. Una sola partita di distanza dal primo anello della loro storia (come OKC: quando si chiamavano Seattle Supersonics ne avevano conquistato uno nel 1979), tanto divide Gilgeous-Alexander e compagni dal primo storico trionfo nelle Finals. Con Indiana che forse per la prima volta nella sua post season ha capito che non c’è modo di arginare l’ondata azzurra. Specialmente se Tyrese Haliburton non può giocarsela ad armi pari.

Haliburton, problema al polpaccio: 0/6 dal campo! SGA fenomenale, ma gara 5 se la prende di forza Williams Siakam l’ultimo ad arrendersi, ma per Indiana ora è durissima

Haliburton, problema al polpaccio: 0/6 dal campo!

L’infortunio del miglior marcatore di casa Pacers non è un’attenuante, ma una prova da mettere agli atti. E quello 0/6 dal campo dice che Indiana, a queste condizioni, non può reggere il confronto: un problema al polpaccio destro ha di fatto tolto dalla contesa il numero 0 sin dalla palla a due, e nonostante i 34 minuti che Carlisle gli ha concesso la resa è stata quella che è stata.

E OKC ha sfruttato la cosa a proprio favore: senza doversi curare troppo del principale terminale avanzato avversario, i Thunder hanno imposto il loro ritmo asfissiante in difesa e forsennato in avanti, trovando risposte una volta di più dai titolari (per la seconda gara della serie, chi ha segnato meno punti dalla panchina ha vinto: 27 a 41 il totale) e soprattutto trovando in Jalen Williams l’uomo della provvidenza. Un altro di quelli che, silenziosamente, sta riscrivendo le regole del gioco.

SGA fenomenale, ma gara 5 se la prende di forza Williams

Se OKC (come adesso sembrerebbe probabile) conquisterà l’anello, è facile pensare che il titolo di MVP lo porterà a casa Shai Gilgeous-Alexander, che s’è già preso quello della stagione regolare (davanti a Jokic) e quello delle Western Conference Finals. Dopotutto SGA è diventato il quarto giocatore nella storia della NBA a realizzare almeno 15 gare nella stessa corsa play-off con 30 o più punti a partita, come solo Micheal Jordan nel 1992, Hakeem Olajuwon nel 1995 e Kobe Bryant nel 2009.

Ma Jalen Williams anche stanotte è stato semplicemente spaziale, molto più di un semplice Robin per Batman SGA: 40 punti segnati, 6 rimbalzi, 4 assist e una palla recuperata solo il suo biglietto all’ingresso dell’olimpo dei grandi della pallacanestro a stelle e strisce, con un dominio totalizzante nei momenti chiave del match.

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Che pure per OKC non è stato sempre semplice: l’11-0 di parziale a metà del primo quarto ha aiutato i Thunder a tenersi sempre intorno alla doppia cifra di vantaggio per buona parte dell’incontro, ma Indiana al solito ha dimostrato di saper riemergere come l’Araba Fenice, tanto che quando Siakam ha infilato la tripla del -2 (95-93) risalendo anche dal -18 con 8’ da giocare l’inerzia era sembrata nuovamente pendere dalla parte dei Pacers. Con Carlisle però che ha fatto la scelta più discutibile: togliere TJ McConnell (18 punti in 22’) nel momento peggiore.

Siakam l’ultimo ad arrendersi, ma per Indiana ora è durissima

A risolvere il rebus, complici 6 palle perse nel giro di una manciata di minuti appena, c’ha pensato proprio l’indole “pasticciona” di Indiana. Che ha offerto a OKC una seconda chance, puntualmente sfruttata dagli uomini (stanotte) in canotta bianca. Con Shai e Jalen che non si sono impietositi di fronte alle difficoltà della formazione avversaria, alla quale resta la sensazione di non essersela potuta giocare come avrebbe voluto (e potuto).

Siakam con 28 punti ha fatto quello che poteva fare, ma senza Haliburton è impossibile anche solo pensare di riaprire questa serie. Che nella notte tra mercoledì e giovedì tornerà a Indianapolis, dove la missione dei Pacers sarà quella di evitare di veder festeggiare OKC a casa propria.

Non aveva mai perso due gare di fila in questa post season, Indiana, e al netto delle attenuanti (legittime) c’è da pensare che forse la favola dei ragazzi di Carlisle sia giunta ragionevolmente a fine corsa. Perché contro questi Thunder che mandano in campo Aaron Wiggins e Cason Wallace (abbastanza marginali sin qui nella serie) e si ritrovano con 25 punti tra le mani anche col migliore Haliburton forse ci sarebbe stato poco da fare. Ma scommettere contro Indiana è pur sempre un azzardo.