Diciamocelo francamente: il mondo della boxe non se la passa tanto bene, in un’epoca forse povera come non mai di personaggi e con tanti match che finiscono ancor prima di cominciare. E allora ogni “scusa” è buona per provare a tenere desta l’attenzione, anche se questo sfoci palesemente nel trash, o quantomeno in un evidente abbassamento del livello. Perché se a muovere la maggior parte dei soldi è uno youtuber con la passione per le arti marziali, “coniugata” e rivisitata per la nobile arte, allora c’è più di qualcosa che non funziona.

Paul sfida Chavez jr.: a conti fatti, un match (quasi) vero Dopo il rifiuto di Canelo Alvarez, il “ripiego” inevitabile I fans ormai si stanno abituando al pugile Paul

Paul sfida Chavez jr.: a conti fatti, un match (quasi) vero

Jake Paul s’è fatto ormai la fama di pugile “vero”, anche se lui si definisce una sorta di “appassionato” o qualcosa di simile. Così, dopo aver “sfidato” Mike Tyson ad Arlington lo scorso 20 novembre, il 28 giugno salirà nuovamente sul ring sfidando nientemeno che Julio Cesar Chavez Carrasco Junior, ovvero il figlio del messicano, che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è stato campione del mondo in tre diverse categorie di peso (superpiuma, leggeri e superleggeri), con uno score di 115 incontri disputati, 107 vinti (86 prima del limite), 2 pareggi e 6 sconfitte.

La sfida è suggestiva, perché sebbene dal padre abbia imparato relativamente poco, Chavez jr. non è propriamente uno sprovveduto: 39 anni compiuti lo scorso 16 febbraio, il pugile messicano vanta 62 incontri disputati, di cui 54 vinti (34 per ko.), 6 persi, uno pareggiato e un altro no contest (cioè una vittoria poi revocata per una positività all’antidoping). In più stato campione mondiale dei pesi medi WBC Silver nel 2011, il che lo rende comunque uno dei migliori pugili messicani di sempre.

Dopo tre anni di stop, nel luglio 2024 Chavez jr. è tornato a combattere contro Urian Hall, un altro atleta proveniente dal mondo delle arti marziali, vincendo ai punti dopo 6 riprese e dimostrando ancora di essere un buon atleta.

Dopo il rifiuto di Canelo Alvarez, il “ripiego” inevitabile

Jake Paul ha capito una cosa: organizzare grandi eventi mediatici è molto più redditizio che continuare a fare lo youtuber, e per questo a 29 anni s’è quasi completamente “convertito” al mondo del pugilato. Gli oltre 65 milioni di spettatori che hanno seguito la sfida con Tyson dimostrano quanto interesse abbia saputo muovere, e pertanto le varie sigle internazionali hanno finito per abbassare la testa e accettare di doversi “sorbire” spettacoli che pure con la boxe avrebbero poco o nulla a che spartire (non a caso questa riunione l’ha organizzata la “Golden Boy” di Oscar de la Hoya).

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Ad Anheim il prossimo 28 giugno il compito per Paul sarà un po’ più arduo, ma mai quanto lo sarebbe stato se Canelo Alvarez avesse accettato l’invito a sfidarlo (Alvarez si sta preparando per la supersfida di settembre contro Terence Crawford, il vero incontro manifesto dell’anno, dopo aver battuto William Scull a inizio maggio e incassato la prima parte dei 400 milioni di borsa di Riyadh Season).

I fans ormai si stanno abituando al pugile Paul

Il fatto che lo youtuber continui a insistere sulle sfide pugilistiche è la riprova che il gioco vale la candela. Tra l’altro, al netto di avversari non sempre così competitivi (vedi Tyson, che mancava sul ring da 20 anni e di primavere sulle spalle ne aveva 57…), lo score parla di 11 vittorie e una sconfitta, peraltro arrivata per squalifica, contro Tommy Fury.

E il mondo della boxe sembra averlo preso sul serio: nella riunione di Anaheim il vero clou dovrebbe essere quello che metterà di fronte Gilberto Ramirez contro Yuniel Durticos, che proverà a strappare dalle mani di “Zurdo” la cintura mondiale WBO dei massimi leggeri (chi vince andrà a sfidare Jai Opetaia per la riunificazione di tutte le sigle).

Tutti però attendono con curiosità il match che vedrà impegnato Paul, che a quanto pare è uno dei pochi che riesce davvero a catalizzare l’attenzione dei fans. E poco importa se lui, con la nobile arte, c’azzecca quanto un piumone sul letto in una notte d’estate.