Qualcuno dei suoi giocatori potrebbe essere suo zio, qualcuno il fratello più grande ma di sicuro Carlos Cuesta, il tecnico del Parma presentato oggi nella sala stampa del Tardini, è il tecnico più giovane di tutti gli allenatori dei principali campionati europei. A 29 anni assaggerà la sua prima esperienza da allenatore capo e sa bene che in tanti, a leggere il suo nome, avranno chiesto: Cuesta chi?

La spiegazione di Cherubini Per Cuesta l’età è un numero La sfida di Cuesta

La spiegazione di Cherubini

Come il Parma sia arrivato a Cuesta lo spiega il CEO Cherubini: “Ci teniamo a chiarire un aspetto: dietro questa scelta non c’è la volontà di stupire nessuno, non cerchiamo effetti speciali dando l’incarico ad un allenatore così giovane. Non c’è nemmeno una correlazione con l’esperienza precedente con Chivu, non è stata quella scelta rischiosa a farci pensare che questa sia la strada da seguire. Abbiamo fatto una riflessione ampia di sistema: si parla spesso di progetto, si abusa di questa parola e poi il 50% degli allenatori vengono sollevati rispetto all’incarico, noi siamo stati dai club che hanno alimentato questo trend che non è virtuoso. Per questo ci siamo affidati ad un profilo che ha tante delle caratteristiche che stavamo cercando, per andare oltre al medio termine. Cuesta è un profilo internazionale, giovane ma che ha avuto esperienze in tre paesi, ha lavorato in prima squadra con Arteta ma anche nei settori giovanili.

E’ ambizioso, è giovane ma la cosa che mi ha colpito di Carlos è quanto sia strutturato, quanti contenuti abbia rispetto alla giovane età. Crediamo sia la scelta giusta, nei prossimi giorni ufficializzeremo lo staff che lo affiancherà. Ci sono figure che si stanno liberando al club di appartenenza, oggi non daremo nessun tipo di indicazione sui componenti ma nei prossimi giorni annunceremo lo staff completo”.

Per Cuesta l’età è un numero

Cuesta non parla ancora bene l’italiano ma sa farsi capire, ringrazia anche Pecchia oltre che Chivu, e sottolinea subito come la storia dell’età non lo spaventi: “L’età può destare sorpresa, ma è sempre stato così nel mio percorso, per me è solo un numero. Non voglio avere questo come alibi o scusa, voglio esser valutato da allenatore del Parma e voglio fare del mio meglio come ho sempre cercato di fare nella mia vita. Ho iniziato a 24 anni all’Arsenal e c’erano giocatori più grandi di me. Non ho un modello, voglio imparare da tutti. Ho avuto tanti punti di riferimento, lavorare in Spagna in Italia e in Inghilterra con Arteta mi ha aiutato tanto a sviluppare certe idee. Io cerco di imparare da tutti e non solo da chi lavora nel calcio, voglio dare la possibilità ai giocatori di crescere”.

Il ruolo di Costa non sarà limitato alla prima squadra: “Dal primo giorno c’è stata grande chiarezza con il club sui compiti, il progetto del club non è riguardante solo la prima squadra maschile. Vogliamo creare una cultura che si fa portando atteggiamenti giusti ogni giorni, proveremo ad essere un tutt’uno, la mentalità e la filosofia dovrà ispirare e aiutare. Tutti avremo una linea guida andando avanti con quella filosofia. Il punto di partenza è il giocatore che ho, non come voglio giocare. In relazione alla rosa si creano poi i mezzi per sfruttare al massimo quanto si ha a disposizione”.

La sfida di Cuesta

“La Serie A è un campionato con tanti giocatori bravi, tanti allenatori bravi. E’ una sfida veramente bella. Noi avremo un’identità chiara, una linea guida, ma nel calcio devi essere versatile e avere soluzioni per i diversi contesti. Gli avversari ci creeranno problemi e situazioni da affrontare, noi dovremo trovare le soluzioni giuste per imporre il nostro calcio”.