Edoardo Bove corre verso il ritorno in campo. Gli accertamenti a cui si è sottoposto negli ultimi giorni, infatti, hanno dato esito negativo: manca solo l’ultimo test per ottenere il via libera, dopodiché il giovane centrocampista potrà rimettersi in gioco all’estero. Intanto la sua avventura alla Fiorentina è ormai agli sgoccioli.

Bove, c’è fiducia per il ritorno in campo Seconda vita da calciatore all’estero Tra Fiorentina e Roma: l’alternativa

Bove, c’è fiducia per il ritorno in campo

Come riferisce la Gazzetta dello Sport, di recente Bove, accompagnato dalla famiglia e dal suo entourage, ha superato brillantemente i test effettuati: manca solo un ultimo esame per l’abilitazione, che, però, è una sorta di formalità.

Insomma, dopo sette mesi dall’arresto cardiaco di cui è stato vittima al 14′ del primo tempo della sfida del Franchi tra la sua Fiorentina e l’Inter, Edo è davvero vicino al ritorno in campo. Ci ha creduto sempre, il mediano classe 2002. Che ha rifiutato l’ipotesi di intraprendere una carriera dirigenziale per continuare a fare ciò che meglio gli riesce e che ha sempre sognato fin da quando era bambino: giocare.

Seconda vita da calciatore all’estero

Ora prevale l’ottimismo. Del resto, il precedente Eriksen – per citare il caso più eclatante – lascia ben sperare. E proprio come Eriksen la seconda vita professionale di Bove ripartirà con ogni probabilità dall’estero. Sì, perché le norme italiane vietano a un calciatore cui è stato impianto un defibrillatore cardiaco sottocutaneo di scendere in campo.

È il motivo per cui, in seguito al malore accusato durante gli Europei del 2021, il centrocampista danese lasciò l’Inter per rilanciarsi in Premier League con la maglia del Brentford. Il campionato inglese rappresenterebbe una ghiotta opportunità per un ragazzo affamato come Edo, che, superato lo spavento, ha una voglia matta e irrefrenabile di concedersi un’altra – meritata – chance.

Tra Fiorentina e Roma: l’alternativa

Ancora pochi giorni e poi, dal 1° luglio, Bove farà ritorno a Roma dopo il prestito alla Fiorentina. Nella seconda parte di stagione nel capoluogo toscano il mediano si è visto in panchina grazie a una speciale deroga, ma – adesso – vuole di più. Sono tre gli scenari dipinti dalla Rosea. Con una premessa: i due club asseconderanno la volontà del calciatore. Dunque, nessun problema se vorrà provare un’esperienza all’estero. Se, invece, preferirà rimanere in Italia, entrambe saranno ben liete di accoglierlo in rosa.

Nonostante il divieto imposto dal regolamento, qualcosa si sta muovendo anche nel nostro Paese. Nei mesi scorsi il ministro per lo Sport Abodi ha chiesto al presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, Maurizio Casasco, di verificare se è possibile modificare le regole sul defibrillatore così da allinearsi al modello inglese, dove i calciatori scendono in campo assumendosi tutte le responsabilità. Ma – si sa – la burocrazia nel Belpaese è lento e farraginosa, per cui sui tempi è al momento impossibile sbilanciarsi.