Ferrari, il punto più basso
Monza, Baku, Marina Bay. Erano delle piste sulla carta favorevoli alla Ferrari. Si sono rivelate una sorta di Waterloo. E come se non bastassero i risultati, le voci di questi ultimi giorni parlano di una polveriera dalle parti di Maranello. Un tutti contro tutti che rende ancora più svilente la stagione del Cavallino Rampante che in quella che doveva essere l’annata del ritorno alla vittoria arranca più che mai. Il mal di pancia di Leclerc, i dubbi sul rendimento a 40 anni di Hamilton, le baruffe interne tra Vasseur e Togninalli. Segnali tutti di una grande tensione per una monoposto nata male e sviluppata peggio come dimostrano i pochi punti, appena 40, fatti dalla coppia Leclerc-Hamilton dopo la sosta estiva, praticamente al livello della Williams, ma anche dopo la stessa gara del Belgio in cui ha esordito la tanto attesa nuova sospensione posteriore. Serve qualcosa, serve qualcuno. Serve un richiamo, che è arrivato in un modo o nell’altro… dall’alto.Elkann: “Ferrari questione personale”
Finora non aveva mai parlato. Finalmente il presidente John Elkann ha rotto il silenzio a margine del Capital Markets Day a Maranello, un appuntamento di grande rilievo per la strategia futura del Cavallino Rampante. Elkann ha voluto ribadire il suo impegno per un futuro che veda la Ferrari tornare a vincere in F1: “Voglio essere chiaro! Questa è una questione personale: mi sto impegnando come presidente, ho vissuto la Ferrari come una passione per tutta la vita. Sono impegnato per la nostra gente, i nostri amati ferraristi per i nostri fedeli tifosi che sono ansiosi di vederci vincere in F1”.
Concetto ribadito anche dall’amministratore delegato, Benedetto Vigna: “Ci siamo presi l’impegno di vincere nelle corse. Ci siamo riusciti con la 499P nell’Endurance, ma in Formula 1 dobbiamo migliorare. Dobbiamo vincere perché lo dobbiamo ai nostri fedeli tifosi in tutto il mondo”.