Le bici sono in garage, adesso è tempo di prendere fiato (e anche il sole, per chi va al mare). Vita da ciclisti: ottobre segna la fine dell’attività su strada e concede un po’ di tregua, ma i pensieri nella mente dei corridori si annidano pensando già a quel che potrà raccontare la stagione che verrà. Con Jonathan Milan che dopo un 2025 da protagonista assoluto ha voglia di ripetersi e perché no, provare anche a migliorarsi. Mentre Primoz Roglic sente ormai il peso delle 36 primavere sulle spalle, consapevole che i giorni migliori sono già stati consegnati agli annali.

Milan no limits: “Voglio alzare ancora l’asticella” Roglic gioca in difesa: “Nel 2026 vorrei un po’ più di libertà”

Milan no limits: “Voglio alzare ancora l’asticella”

Milan ha coronato lo scorso luglio un sogno tutt’altro che scontato: tornare dalla terra di Francia con addosso la maglia verde, quella della classifica a punti. E poco importa se la doppia cifra di vittorie è rimasta a una sola incollatura (9 i successi stagionali): l’alfiere delle volate della Lidl Trek ha piani piuttosto bellicosi anche per la stagione a venire. “Chiaro che il primo pensiero fa rima con Milano-Sanremo, ma se sulla Cipressa fanno quel ritmo è dura per uno come me”, spiega il velocista friulano.

“Il secondo è certamente la Roubaix: quest’anno sono riuscito a finirla per la prima volta, adesso so che cosa serve per essere della partita e provare a vincerla”. Il terzo, forse ancora più ambizioso, riguarda una sorta di tripla corona nell’anno solare, impresa riuscita a pochissimi eletti: Miguel Poblet nel 1956. Pierino Baffi nel 1958, Alessandro Petacchi nel 2003.

“Già sarebbe un sogno riuscire a conquistare almeno una tappa in tutti e tre i grandi giri in un’intera carriera, figurarsi farlo in un’unica stagione. È una sfida assai intrigante, sebbene piuttosto dura: è un piccolo sogno e spero vivamente di avere la possibilità di riuscire a centrarlo”. Con Ganna tendente al crepuscolare su strada, Milan rappresenta la migliore eccellenza italiana nel pedale: nel 2026, il faro sarà una volta di più il Gabbiano Jonathan, che ha dimostrato di sapersela giocare con i migliori al mondo.

Roglic gioca in difesa: “Nel 2026 vorrei un po’ più di libertà”

Chi ha avuto una carriera ad altissimi livelli, senza però riuscire a centrare il trionfo più desiderato (cioè la maglia gialla al Tour de France), è certamente Primoz Roglic. Che ha vissuto un 2025 sostanzialmente privo di grossi picchi: ha vinto la Volta a Catalunya a primavera, poi ha chiuso ottavo al Tour dopo essersi ritirato per via di una caduta al Giro. “La verità è che non sono andato male, ma in gruppo si corre sempre più veloci e non è un caso se ho soprannominato i miei colleghi la “MotoGP”, perché tanto so già che nel 2026 si andrà ancora più forte”, ha spiegato lo sloveno.

“Se penso a quanto mi sono impegnato nel corso degli allenamenti, non posso nascondere di aver vinto meno rispetto a quanto avrei sperato. Aver finito il Tour è stata una vittoria, poi ognuno può guardarla dal suo punto di vista”. Nel 2026 però alla Red Bull Bora Hansgrohe arriverà Remco Evenepoel, e necessariamente certi equilibri andranno a saltare. “Io sono arrivato alla Bora nel 2024, e pochi mesi dopo è arrivata Red Bull. Adesso arriverà Remco e cambieranno ancora le cose: dovremo sederci e parlare per capire come muoverci. Personalmente spero di avere un po’ più di tranquillità e anche di libertà, specialmente in determinate corse. Evenepoel lo conosco poco, ma non mancherà modo di trovare un’intesa. E comunque vorrei avere con tutto il team conversazioni sincere e obiettivi sinceri: parlare chiaro è la cosa migliore e mi auguro che tutti la pensino come me”.

L’altro sloveno, però, resta una spanna sopra tutti. “Pogacar in questo momento fa cose che a noi non riescono, e quindi è giusto fare i conti con questa realtà. Provare a batterlo al Tour con una formazione a tre punte con me, Lipowitz ed Evenepoel? Magari funzionerebbe, ma la UAE non è una squadra così scarsa…”.