La competizione sportiva più antica del mondo è pronta a lanciarsi in una nuova dimensione. E ad abbracciare la modernità, perché anche la “old mug”, la “vecchia brocca”, evidentemente necessitava di un restyling completo, soprattutto per ciò che riguardava l’organizzazione. Che dal 2027 non sarà più a carico soltanto del campione in carica e del Challenge of the Record (cioè dello “sfidante” ufficiale), ma di tutte le imbarcazioni che decideranno di prendere parte alla competizione. Perché l’America’s Cup ha deciso di lanciarsi nel futuro, e l’Italia in qualche modo sarà la prima a beneficiare di questa scelta.

Napoli, che regalo: dopo il 2027 ospiterà un’altra edizione I defender neozelandesi per primi hanno voluto l’accordo Le novità: budget cap a 75 milioni di dollari, più regate di flotta

Napoli, che regalo: dopo il 2027 ospiterà un’altra edizione

Sarà soprattutto Napoli a ricevere le principali ricadute: nel nuovo modello economico che si intende sviluppare, la sede della competizione dovrà rimanere tale per un minimo di due edizioni, valorizzando il territorio e offrendo l’opportunità di costruire un progetto lungo e duraturo che possa supportare al meglio l’evento stesso. Tutto questo sarà possibile grazie alla nascita di America’s Cup Partnership (ACP), un consorzio che riunirà il defender Emirates team New Zealand e tutti gli sfidanti sotto un’unica governance condivisa. ù

Non spetterà più soltanto ai detentori della coppa e allo sfidante ufficiale (in questo caso il consorzio Athena Racing di sir Ben Ainslie) decidere le regole d’ingaggio, la formula della manifestazione e la ripartizione di introiti e quant’altro: tutti i consorzi che prenderanno parte all’edizione corrente dell’America’s Cup potranno concorrere a stilare il regolamento, oltre che a gestire in maniera diretta la competizione stessa. Non era mai successo prima in 174 anni di storia e la rivoluzione promette di rendere decisamente più accattivante e semplice la macchina organizzativa.

I defender neozelandesi per primi hanno voluto l’accordo

La firma del protocollo è avvenuta a New York ed entrerà in vigore a partire dal 1° novembre. L’obiettivo primario, come logica vuole, sarà quello di massimizzare il valore commerciale della competizione: gestire in modo centralizzato sponsor, diritti TV e media, biglietti, merchandising e aree ospitalità è una soluzione che appare la meglio percorribile, nonché capace di far aumentare sensibilmente anche l’attenzione e la vicinanza da parte di potenziali nuovi investitori.

“Da sempre l’America’s Cup rappresenta l’apice del mondo velico”, ha spiegato Grant Dalton, CEO di Emirates Team New Zealand. “Oggi è venuta l’ora di fare in modo che questo evento e questa struttura possa panificare le proprie mosse a lungo termine, e non ogni 3-4 anni a seconda di chi vince l’edizione precedente. Ci sono margini intellettuali e commerciali enormi che sin qui non sono stati sfruttati, ma che d’ora in avanti potranno rendere la competizione ancora più bella, appassionante e avvincente che mai”.

Anche sir Sen Ainslie s’è mostrato convinto che questo sia un passaggio obbligato per il futuro dell’evento. “Rivali in acqua, ma partner fuori per garantirsi un futuro migliore: questa è la soluzione che abbiamo pensato, questo è l’approccio collettivo che può davvero consentirci di valorizzare e sfruttare il potenziale commerciale globale dell’America’s Cup, proteggendone al contempo un patrimonio unico nel mondo dello sport”.

Le novità: budget cap a 75 milioni di dollari, più regate di flotta

Cosa accadrà nel dettaglio? Intanto di parte dall’introduzione del budget cap a 75 milioni di dollari per ogni team, riprendendo un po’ l’idea da anni in vigore in Formula Uno. Poi c’è la volontà di dare continuità territoriale alla sede che ospita le gare: un minimo di 4 anni in una location porterà così ad avere almeno due edizioni nello stesso posto, a cominciare da Napoli che la ospiterà nel 2027 (e poi nel 2029 o 2030 in base alle decisioni che verrà prese successivamente).

La Louis Vuitton Cup cambierà il format di gara, con più match di flotta e meno match race nelle fasi conclusive, così da dare a più imbarcazioni possibili l’opportunità di scendere in acqua e massimizzare anche la durata delle regate stesse (resteranno poi solo semifinali e finali in match race). Confermate poi almeno tre regate preliminari sia nel 2026 che nel 2027. Altre novità si conosceranno dopo il 1° novembre, ma la “vecchia brocca” è ormai decisamente lanciata verso un futuro ancora più luminoso.