Qualcuno l’ha messi sulla graticola dopo il ruolino non troppo esaltante tenuto nel girone di Davis Cup, e allora Simone Bolelli e Andrea Vavassori hanno pensato bene di rispondere a tutti per le rime. Come? Semplicemente avanzando fino all’atto conclusivo dell’ATP 500 di Pechino, primo torneo nel quale si sono rimessi in marcia dopo l’esperienza con la nazionale azzurra a Bologna.

Un segnale forte e chiaro ai naviganti: se riprendono a giocare (bene) e vincere anche sul cemento indoor, pensare di tenerli fuori nella final eight di Malaga potrebbe risultare assai complicato, oltre che un azzardo tale da essere pagato a caro prezzo.

La coppia è tornata: quinta finale stagionale Volandri che farà? Il doppio diventa “strategico” Errani e Paolini, avanti tutta: ai quarti a Pechino

La coppia è tornata: quinta finale stagionale

Bolelli e Vavassori hanno superato nella mattinata italiana l’olandese Wesley Koolhof e il croato Nikola Mektic, garantendosi ormai la quasi certezza della partecipazione alle Nitto ATP Finals di Torino di novembre. Una vittoria, quella ottenuta nella semifinale di Pechino, tutt’altro che scontata: Koolhof e Mektic sono rispettivamente alla numero 17 e 19 del ranking di doppio, mentre i due italiani ormai hanno messo piede stabilmente in top ten (best ranking per Vavassori alla 9, Bolelli è appena un gradino sotto).

La coppia azzurra s’è imposta per 7-6 6-2 in poco più di un’ora e venti minuti di gioco: primo set serratissimo, con servizi dominanti ed epilogo obbligato al tiebreak, nel quale però la netta superiorità della coppa italiana è venuta a galla (parziale di 5-0 per cominciare, poi chiusura sul 7-1).

Nel secondo parziale c’è da contenere una prima sfuriata degli avversari, che si procurano una palla break nel secondo gioco, poi però il break arriva nel terzo game e di fatto indirizza tutto il proseguo del match, con il secondo break che arriva nel quinto gioco grazie a un filotto di quattro punti consecutivi (da 30-0 al gioco per gli italiani). In finale domani Bolelli e Vavassori sfideranno il finlandese Harri Heliovaara e il britannico Henry Patten, rispettivamente numero 15 e 16 del ranking di doppio.

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Volandri che farà? Il doppio diventa “strategico”

Come detto, dopo aver perso due match dei tre disputati a Bologna nel girone di Davis Cup, più di un dubbio s’era annidato nella mente degli appassionati italiani, convinti che a Malaga potrebbe essere più utile portare cinque potenziali singolaristi (Sinner, Musetti e Berrettini, più uno tra Cobolli e Arnaldi ed eventualmente Sonego, buono anche per il doppio) anziché giocarsi la coppia di doppio e limitare a tre sole cartucce i singolaristi (in quel caso, se Berrettini dovesse star bene, Sinner e Musetti chiuderebbero la triade).

Chiaro però che lasciare a casa la coppia che potrebbe diventare anche la numero uno al mondo nel 2024 (attualmente Bolelli e Vavassori sono terzi nella Race to Turin) è un rischio non da poco: gatta da pelare bella e buona per Volandri, certo contento di poter ammirare la ritrovata verve del duo azzurro, giunto alla quinta finale stagionale (solo una vinta, ad Halle).

Errani e Paolini, avanti tutta: ai quarti a Pechino

Anche in campo femminile arrivano buone nuovo sul fronte del doppio: Jasmine Paolini ha prontamente cancellato la delusione per l’eliminazione al terzo turno del torneo di singolare contro Magda Linette vincendo assieme a Sara Errani l’ottavo di finale del tabellone di doppio. La coppia azzurra ha piegato in due set, curiosamente con lo stesso punteggio dei colleghi maschi, quella composta dalla canadese Leylah Fernandez e l’indonesiana Aldila Sutjiadi (7-6 6-2). A

desso nei quarti ci sarà da superare il tandem formato dalla brasiliana Beatriz Haddad Maia e dalla tedesca Laura Siegemund. Vittoria importante per Errani e Paolini, costrette a rimontare un break di svantaggio in avvio di partita e poi un altro ancora sul 5 pari, riuscendo poi a sfangarla nel corso di un tiebreak sostanzialmente sempre sotto controllo. Più agevole il compito nel secondo set, con le avversarie che si disuniscono tropo rapidamente e un filotto di 5 giochi consecutivi buono per archiviare la pratica.

Anche in questo caso, buone nuove per Tathiana Garbin in ottica Billie Jean King Cup: in questo caso l’anello debole potrebbe essere rappresentato dalla seconda singolarista, perché certo Paolini garantisce massima affidabilità in ogni frangente.