Il messaggio arriva forte e chiaro: Primoz Roglic può cadere tante volte, ma un modo per rialzarsi lo troverà sempre. E la scelta di accettare l’ennesima sfida della sua (non più giovanissima) carriera arriva a poche settimane dall’ennesimo ritiro all’ultima edizione del Tour de France. La Spagna però, se chiama, trova sempre Primoz pronto a rispondere: per questo, la Red Bull Bora Hansgrohe ha deciso di portarlo alla Vuelta, la corsa alla quale lo sloveno è più legato, avendo portato già in tre occasioni la maglia rossa a Madrid.

Red Bull, almeno tre capitani “in pectore” La lotta per la generale: tanti pretendenti alla roja

Red Bull, almeno tre capitani “in pectore”

Non era scontata la presenza di Primoz, che solo un paio di giorni fa aveva fatto sapere di avvertire ancora un po’ di dolore alla schiena. La caduta al Tour gli aveva procurato la frattura di una vertebra lombare e solo pochi giorni fa il team austro-tedesco aveva postato alcune foto di Roglic di nuovo in sella, dedito ad allenarsi in vista del finale di stagione.

Patxi Vila, uno dei diesse della Red Bull, aveva fatto sapere di non poter dare alcuna ipotesi per probabile, tenuto conto proprio dell’incertezza delle condizioni con le quali lo sloveno doveva fare i conti. Alla fine però la squadra ha deciso comunque di portare il vincitore della Vuelta del 2019, 2020 e 2021, anche se è lecito il dubbio su chi potrà essere il vero capitano del team: Dani Martinez, secondo al Giro dietro all’imprendibile Pogacar (di fatto il primo “degli umani”), sulla carta potrebbe figurare come l’uomo di riferimento di casa Red Bull, ma solo la strada dirà chi tra lui e Roglic meriterà di essere sostenuto a pieno regime dai compagni. Alla Vuelta peraltro ci sarà anche Aleksandr Vlasov, un altro corridore che può essere considerato alla stregua di una prima scelta per il ruolo di leader del team. Con loro anche Robert Adria, Nico Denz, Patrick Gamper, Florian Lipowitz e Giovanni Aleotti.

La lotta per la generale: tanti pretendenti alla roja

La Vuelta alle porte si preannuncia particolarmente incerta, non essendoci i “cannibali” delle corse a tappe che rispondono al nome di Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. La Visma Lease a Bike porterà Sepp Kuss, vincitore dell’edizione 2023, ma oggettivamente non così “quotato” per un eventuale bis. I belgi avranno anche Cian Uijtdebroeks come carta da calare, alla prima vera corsa a tappe di tre settimane nella quale potrà ricoprire un ruolo da primo attore indiscusso.

Detto del trio di casa Red Bull, la UAE cala due assi importanti come Joao Almeida (terzo lo scorso anno e recentemente quarto al Tour, dove ha fatto il gregario a Pogacar…) e Adam Yates, con Isaac Del Toro pronto a fare esperienza (a casa Juan Ayuso: annata nera per il giovane grimpeur spagnolo). La Ineos Granadiers punterà tutto su Carlos Rodriguez (c’è anche Egan Bernal, ma difficilmente per fare classifica), mentre Mikel Landa, Enric Mas e Richard Carapaz proveranno a dare qualche spallata, puntando ai piazzamenti parziali. L’Italia si giocherà la carta Antonio Tiberi: quinto al Giro, il giovane romano vuol ambire al primo podio in un GT.