
È vero: il 2023 è stato un anno incredibile; le sfide e le soddisfazioni sono state tantissime ma ho ancora tantissimo da dare e da migliorare. È stato un anno prezioso per tutto ciò che ho scoperto di me, come atleta e come persona; credo che queste nuove consapevolezze possano farmi crescere ancora e farmi esprime sempre meglio. Il suo primo successo europeo è stato un obiettivo meritatissimo centrato dopo mesi complicati, inutile negarlo per lo sport e la scherma. Quale è stata la fase più delicata in quest’ultimo anno e mezzo?
Prima del Campionato Europeo venivo da un momento difficile, faticoso. Mi sentivo persa e senza sicurezze. La sfida più grande è stata convivere con quell’abisso, guardarlo, toccarlo per mesi e fare amicizia con le mie più grandi paure. È stata davvero dura ma questo mi ha permesso di capirmi meglio e trasformare quell’oscurità in luce. Riuscirci è stato incredibile e preziosissimo! La vittoria azzurra nel fioretto a squadre, a Milano A Milano, con il pubblico di casa, ha continuato a dare il meglio e a confermarsi ai vertici internazionali. Che cosa rimane di quella ragazzina che ha incominciato a tirare, a Potenza?
Ciò che porto da sempre con me è quella fame che non mi fa mai sentire veramente appagata, quella resilienza che mi ha permesso di sopravvivere nei momenti più bui e, soprattutto, la grande voglia di lavorare; per me il lavoro è stato da sempre lo strumento più potente che ho avuto per emergere, per crescere e fare la differenza. Come è avvenuto l’incontro con il fioretto? Lei praticava il nuoto quando poi, grazie alla mamma di una sua amica, ha incontrato la scherma.
Avevo 8 anni. A quell’età si provano e si cambiano mille sport (basket, nuoto, sci, tennis). Una sera provai per caso la scherma e ricordo ancora il momento esatto in cui entrai e mi innamorai di quella piccola palestra. È iniziato come un gioco tra amici e si è poi trasformata nella mia più grande passione. Il maestro Pinto che l’ha seguita e che ha portato ai vertici anche la scherma lucana con lei è mancato di recente. Che cosa crede che possa fare lei, Francesca, per questo sport alla sua terra?
Il maestro Pinto mi manca ogni giorno ma lo porto con me ogni volta che salgo in pedana. Quando do il meglio e provo a raggiungere il massimo lo faccio anche per la mia terra, per dimostrare al mondo che anche in una piccola città si possono costruire grandi sogni; che con una forte volontà, perseveranza e un po’ di fortuna, tutto è possibile. Lo faccio per stimolare i ragazzi più giovani a non abbattersi, a non accontentarsi mai. Se riesco a convincerne anche solo uno, mi sento profondamente felice e fiera. Inoltre cerco, per quello che mi è possibile, di essere presente così da poter dare un sostegno reale alla mia vecchia palestra e allo sport lucano in generale.