Tanto tuonò che alla fine piovve, ed ecco quindi che Kevin Durant lascerà i Phoenix Suns, per accasarsi agli Houston Rockets. La svolta, avvenuta prima degli imminenti Draft NBA del 25-26 giugno, era nell’aria da tempo, ma nelle ultime ore la serie di indiscrezioni su possibili destinazioni per il già MVP sono state spazzate via da un trade che è ormai ufficiale, e di cui si conoscono ora anche i dettagli.

NBA, Kevin Durant ai Rockets: i dettagli della trade Il mercato attorno a Durant, tra trasferimenti saltati e opzioni per il suo futuro Le statistiche da record di Durant (che è diventato anche socio di minoranza del PSG) La stagione fallimentare dei Suns e le voci sulle risse nello spogliatoio

NBA, Kevin Durant ai Rockets: i dettagli della trade

La notizia era stata anticipata dal ben informato giornalista John Gambadoro, che parlava di “accordo vicino” e prossimo ad essere confermato tra oggi e domani. Così è stato: i Suns hanno ceduto il 36enne alla franchigia texana in una trade che vede come contropartita Dillon Brooks e Jalen Green, ma non solo: nello scambio i Phoenix avranno anche la decima scelta assoluta ai draft e cinque seconde scelte nelle prossime edizioni. Al tempo stesso la ormai ex squadra di Durant ha mollato ogni pretese sull’obiettivo del loro mercato, ovvero Jabari Smith Jr.

La notizia è stata ufficializzata in particolare dal giornalista di ESPN Shams Charania, ed è stata comunicata in diretta allo stesso KD durante l’evento del Fanatics Fest dalla cronista Taylor Rooks. Il diretto interessato, mentre il pubblico rimaneva spiazzato, ha abbozzato un sorriso un po’ imbarazzato, commentando con un laconico “Vedremo”.

Il mercato attorno a Durant, tra trasferimenti saltati e opzioni per il suo futuro

Durant era ormai un leone in gabbia, perché era adamantina da tempo la sua volontà di lasciare i Suns. Lo scorso febbraio l’occasione fu molto prossima a concretizzarsi, con il trasferimento del giocatore ai Golden State Warriors lì dove ottenne due titoli NBA. Poi lo stesso Durant fece saltare tutto all’ultimo, sostenendo come la sua partenza dai Phoenix in quel momento “non avesse senso”.

Anche perché i Warriors non rientravano nella rosa delle sue opzioni per il dopo Suns. KD, che aveva ancora un anno di contratto da onorare sino all’imminente nuova stagione (per un valore di quasi 55 milioni di dollari), aveva indicato una triade di squadre tra cui erano presenti anche i Rockets, assieme ai Miami Heat e ai San Antonio Spurs. E se i Suns avevano allargato il ventaglio ad altre franchigie, alla fine Durant l’ha spuntata: e si vocifera di una estensione del proprio contratto a partire dal prossimo 6 luglio, per un biennale che supera i 120 milioni.

Le statistiche da record di Durant (che è diventato anche socio di minoranza del PSG)

Numeri notevoli per una stella a cui si concede questo ed altro, considerando che KD, anche se è prossimo ai 40 anni, non dà segni di stanchezza e continua a macinare numeri clamorosi: solo in questa stagione ha messo a referto delle percentuali di tiro estremamente notevoli, realizzando un 53,1% dal campo, salendo all’83,9% nei tiri liberi e un 43% per i tiri da tre punti. Va da sé che anche la media punti può far dire ai Rockets di aver messo a segno un colpaccio: 26.6, con 4.2 assist a partita.

Un talento quindi inscalfibile per uno dei migliori realizzatori nella storia dell’NBA, che nel frattempo fuori dai parquet realizza anche altri colpacci, come l’acquisto di una quota compresa tra l’1% e l’1,5% del Paris Saint-Germain, diventandone così socio di minoranza.

La stagione fallimentare dei Suns e le voci sulle risse nello spogliatoio

I Phoenix dal canto loro pare abbiano trattato sino alla fine con i Miami Heat, ma alla fine Durant ritornerà in quel Texas dove aveva disputato la NCAA all’inizio della sua carriera. Per i Suns invece i cocci di una stagione chiusa nella Western Conference all’undicesimo posto e uno spogliatoio tanto ricco quanto balcanizzato.

Negli ultimi giorni infatti sono saltate fuori delle indiscrezioni su acredini tra i giocatori. Addirittura si è parlato di “risse nello spogliatoio”, come spifferato in un podcast da DeMarcus Cousins. Voci negate con decisione però dallo stesso Durant, che pur riconoscendo il fatto che in questa stagione la loro squadra avesse “fatto schifo”, non sono mai venuti alle mani, aggiungendo si trattassero di falsità. Ma tutto ciò ormai rappresenta il passato per KD.