A testa alta, e pure con un pieno di rimpianti. Perché la giovane Italia di Fefé De Giorgi non avrebbe meritato di salutare la final eight di VNL al primo colpo: la Francia di Andrea Giani s’impone per 3-2 in rimonta, replicando quanto fatto nella fase eliminatoria e guadagnandosi la semifinale in coda a una partita piena di colpi di scena.

Una gara in cui l’Italia ha pagato a caro prezzo qualche blackout di troppo, dimostrando però in certi frangenti di averne persino di più dei ben più esperti transalpini, che alla fine debbono ringraziare Patry e Clevenot se la loro corsa a Lodz non si è chiusa prima del tempo.

Partenza a razzo: Bottolo subito ispirato La Francia si accende in un attimo: è 1-1 Bovolenta, reazione da leader: i Porro chiudono i conti Troppe occasioni sciupate e i Blues impattano di nuovo Un’altra illusione: Patry si prende il tiebreak

Partenza a razzo: Bottolo subito ispirato

La giovane Italia si presenta senza particolari novità. Se la diagonale Sbertoli-Bovolenta era abbastanza scontata, altrettanto di può dire ormai della banda con Bottolo e Luca Porro. Al centro giocano Mosca e Sanguinetti (in corsa per un posto a Parigi), Laurenzano è preferito a Scanferla nel ruolo di libero. Proprio un muro di Sanguinetti è il primo episodio di rilievo dopo una prima parte di gara equilibrata, seguito poco dopo da un’altra monster block, stavolta a firma di Porro.

L’Italia è pimpante e concentrata, la Francia quasi sorpresa: quando Mosca trova due ace consecutivi, buoni per spedire gli azzurri sul 13-8, Giani non può far altro che fermare l’incontro. Il problema è che anche Bottolo è piuttosto ispirato e in un attimo il +7 diventa realtà, con la sensazione che il parziale per i campioni olimpici in carica sia ormai bello che andato. Solo Patry prova a far qualcosa per invertire la tendenza: riporta i compagni a -4, ma ci pensa ancora Sanguinetti e ancora a muro a chiudere i conti per il 25-19 col quale si cambia campo.

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La Francia si accende in un attimo: è 1-1

Rispetto ad altre prove fornite contro avversarie (sulla carta) superiori, l’Italia di giornata va via che è un piacere. Tanto da accelerare già in apertura di secondo set, con Bottolo e Porro a dettare legge da ogni angolo del campo. La Francia è costretta a inseguire ancora una volta (9-6), ma trova in Tillie un perfetto realizzatore nel momento del bisogno: un contro parziale di 12-4 capovolge completamente l’inerzia del set, con Le Goff che fa sentire la propria stazza sottorete.

De Giorgi prova a parlarci su, ma stavolta i transalpini non arrestano la loro corsa e neppure il cambio in posto 2 (dentro Gironi per Bovolenta) riesce a risollevare gli azzurri, che cedono 25-20 pagando la stessa moneta con la quale avevano vinto il primo set. Crollano le percentuali in ogni fondamentale e, soprattutto, in difesa i conti iniziano a non tornare.

Bovolenta, reazione da leader: i Porro chiudono i conti

Qualcuno comincia a temere un’imbarcata, ma con questa Italia così giovane e sbarazzina ci può stare davvero di tutto. Anche di resettare all’istante e ripartire, cosa che puntualmente accade in avvio di terzo set grazie a Bovolenta (che torna in campo col piglio giusto) e il solito Bottolo. Al netto di qualche errore gratuito di troppo, gli azzurri a muro riprendono la marcia e, soprattutto, si mostrano continui nella fase break, impedendo ai rivali di rifarsi sotto.

Nemmeno quando Patry riporta la Francia a -2 (sul 20-18) De Giorgi se la sente di fermare l’incontro: Bottolo trova due vincenti importanti nel momento di maggiore difficoltà e l’ultimo punto del set lo mette giù Luca Porro, assistito (udite udite) dal fratellino Paolo, entrato grazie al doppio cambio al posto di Sbertoli nell’ultima rotazione (25-22).

Troppe occasioni sciupate e i Blues impattano di nuovo

Un’Italia così bella e continua in pochi avrebbero potuto immaginarla. Forse non se l’aspettava nemmeno Giani, che gli azzurri li aveva battuti nella prima fase quando erano però al completo, cioè con tutti i titolari in campo (quelli che hanno seguito la partita da Cavalese, quasi come se fossero in curva a Lodz).

Il quarto set è ancora una volta all’insegna dell’equilibrio, ma anche all’insegna di Bottolo, che dimostra di avere tutte le carte in regola per meritare un posto tra i 12 che andranno a Parigi (più una “riserva viaggiante”: regolamento sempre cervellotico…). La prima accelerazione la piazza però Bovolenta, che assieme a Mosca confeziona il 3-0 di parziale che manda l’Italia sul 10-8. Ci pensa poi Luca Porro dalla linea dei nove metri a piazzare l’ace che aumenta ulteriormente il divario (12-9).

I francesi dimostrano, però, di aver imparato la lezione: contro 3-0 e parità a 12. Poi ripetono lo spartito: due muri di Tillie, uno di Le Goff e un ace di Clevenot li spediscono a +3. Sembra di rivedere il film del secondo set: gli azzurri sprecano tante opportunità per rifarsi sotto e il parziale prende la via dei Blues, che chiudono 25-22.

Un’altra illusione: Patry si prende il tiebreak

Ma che l’Italia sia viva lo si capisce perfettamente dalla partenza a razzo nel quinto set: 4-0 firmato Mosca, Bottolo e Porro (due attacchi vincenti), giusto per far capire che l’aria che tira è comunque a tinte azzurre. Un muro di Le Goff rompe il trend positivo, e tutto sembra volgere al meglio, ma ancora una volta la giovane Italia stacca la spina e si ritrova a inseguire (da 7-4 a 7-9).

De Giorgi rimescola le carte e un mini break targato Porro e Gironi (che toglie provvidenzialmente le mani su un attacco out di Tillie) rimette avanti gli azzurri, che pure non hanno fatto i conti con un super Patry che firma tre punti uno dietro l’altro e, di fatto, spedisce la Francia in semifinale, con Tillie che firma l’ace del 15-11 finale.

Non bastanoi 18 punti di Bottolo più i 15 di Mosca e i 14 a testa di Bovolenta e Porro: Patry (25) e Clevenot (20) rimettono le cose a posto e costringono l’Italia ad affogare nei rimpianti, e forse ben oltre i propri demeriti.