Gli occhi di tifosi addetti ai lavori sono già puntati sul futuro. Il focus odierno è dedicato ai palcoscenici che ospiteranno il prossimo campionato di Serie B. La cadetteria italiana, da sempre fucina di talenti e teatro di sfide avvincenti, è caratterizzata anche dalla varietà e dalla storia dei suoi impianti. Dalle roccaforti storiche alle strutture più moderne, gli stadi della Serie B 2025/2026 racconteranno le ambizioni e le speranze di un intero movimento.
Il puzzle degli impianti
La Serie B è un campionato in cui si mescolano squadre con un passato glorioso e piazze emergenti, e questa diversità si riflette direttamente negli stadi. Troviamo impianti con decenni di storia alle spalle, veri e propri templi del calcio, capaci di evocare ricordi indelebili e di trasmettere un’atmosfera unica. Questi stadi, spesso situati nel cuore del centro cittadino, sono il simbolo dell’identità calcistica locale e continuano a essere punti di riferimento per le rispettive tifoserie. Il calcio contemporaneo impone nuove sfide e la necessità di adeguare le strutture alle normative attuali , non solo in termini di sicurezza e capienza, ma anche per offrire servizi all’altezza delle aspettative dei tifosi e delle esigenze commerciali dei club. Molti impianti storici hanno subito o sono pronti a subire interventi di ammodernamento, pur cercando di preservare la loro identità. Come ogni anno, il valzer di promozioni e retrocessioni ridisegna la mappa degli stadi della Serie B. Le squadre che approdano dalla C portano l’entusiasmo di piazze spesso affamate di calcio di alto livello e, in alcuni casi, impianti che necessitano di adeguamenti per rispettare i parametri della cadetteria. Questo può tradursi in lavori di ristrutturazione, ampliamento delle tribune o miglioramento delle infrastrutture per media e ospitalità. Allo stesso modo, le retrocessioni dalla Serie A possono riportare in Serie B stadi di grande prestigio e capienza, in grado di ospitare un pubblico numeroso e di offrire un’esperienza stadio più completa. La presenza di questi “giganti” può elevare il livello complessivo dell’infrastruttura del campionato.
Principio essenziale: sostenibilità
La discussione sulla modernizzazione degli stadi in Italia è sempre attuale, e la Serie B non fa eccezione. Molti club, consapevoli dell’importanza di avere un impianto all’avanguardia per la crescita economica e sportiva, stanno valutando progetti di ristrutturazione o addirittura la costruzione di nuovi stadi. L’obiettivo è duplice: da un lato, offrire un’esperienza migliore al tifoso, con servizi più efficienti, aree hospitality e soluzioni tecnologiche innovative; dall’altro, creare nuove opportunità di ricavo attraverso eventi extra-calcistici e la valorizzazione degli spazi.
Padova, Entella, Avellino: tre stadi iconici e i loro sviluppi
Particolarmente interessante l’analisi dedicata agli impianti delle tre squadre neo-promosse in cadetteria. Tortuoso e non privo di polemiche il cammino esistenziale dell’Euganeo di Padova. La casa dei biancorossi dal 1994, dopo le leggendarie sfide vissute nell’iconico catino del “Silvio Appiani”, presenta oggi una capienza di 32.420 spettatori di cui solo 18mila omologati Nel progetto originale, con avvio del lavori nel 1987, si prevedeva l’installazione di una pista di atletica. La svolta giunge nel 2021 con l’inizio di ingenti lavori di modifica strutturale. Via la pista di atletica, dentro una curva lato sud destinata a far scalpore per forma e ubicazione. Un sopralluogo delle autorità competenti lo scorso maggio avrebbe dato un esito positivo. I biancoscudati non dovrebbero incontrare ostacoli nel giocare le gare interne sul proprio manto erboso. Significativo il ritorno in B della Virtus Entella. Il sodalizio di Chiavari disputa gli incontri di casa presso lo stadio Enrico Sannazzari. Inaugurato nel 1933, presenta 4 diversi settori ampliati grazie ai lavori del 2011. In totale la capienza tocca quota 5535 spettatori. In origine, durante il ventennio fascista, acquisirà il nome di “Stadio del Littorio”. Successivamente e fino al 1945 l’appellativo muterà in “Stadio Paolo Dell’Orso”. Dalla Liguria alla Campania con il Partenio di Avellino. Lo stadio “Lombardi”, inaugurato nel 1970, ha subito nel tempo svariati interventi di riqualificazione. Al giorno d’oggi annovera una capienza di 9080 posti omologati, ma in origine poteva contenere ben 40mila unità. Il primo progetto fu realizzato dalla ditta ingegneristica dell’indimenticato e indimenticabile patron dell’Ascoli Costantino Rozzi. Di recente un nuovo progetto di totale ristrutturazione ha completato il suo percorso burocratico e c’è attesa nel contesto irpino per il possibile avvio del cantiere. In sostanza si punta a demolire e ricostruire a lotti l’impianto, portando la capienza a 21mila posti.
I colossi di Bari e Palermo
In Serie B si respira anche tanta storia. Il San Nicola di Bari e il Barbera di Palermo costituiscono due impianti leggendari, che però iniziano seriamente ad accusare inevitabili limiti temporali. Il primo deve la luce grazie alla creatività del celebre architetto Renzo Piano, che disegnò la casa dei pugliesi in occasione dei Mondiali 1990 giocati in Italia. Il vecchio stadio della Vittoria venne così mandato in pensione. Il secondo, invece, è l’orgoglio della città siciliana. Attualmente ospita 36.215 posti a sedere. Classica struttura a forma ovale, molto ravvicinata al terreno di gioco in erba, stilisticamente rimane uno dei complessi più suggestivi della categoria.
Le case delle tre retrocesse
Dedichiamo solo un breve accenno, promettendo ai lettori di tornare sull’argomento con nuovi particolari, al Penzo di Venezia, con la sua unicità dell’ubicazione sull’Isola di Sant’Elena nella città lagunare e caratterizzato dal fatto di poter raggiungere la struttura solo con i vaporetti che seguono un’organizzazione di trasporto simile al sistema dei bus per intenderci, con specifiche linee e fermate. Ci sarebbe poi il Castellani di Empoli, capienza di 16mila 800 posti, inaugurato nel 1965. Il club del patron Corsi ha presentato mesi fa un ampio progetto di restyling del complesso e a breve la struttura potrebbe mutare radicalmente il proprio volto. Infine l’U-Power di Monza, noto anche come stadio Brianteo.