Fiorentina-Inter, il minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’alluvione in Emilia Romagna
Le pagelle della Fiorentina
Terracciano 6: non gli riesce la prodezza in occasione delle due reti nerazzurre. Non era facile in entrambi i casi, non ha colpe sulle reti incassate. per il resto, fa la guardia alla porta con attenzione. Dodo 7: è una scheggia impazzita. Pericolosissimo. Provateci, a giocare sulla fascia custodita da Dimarco e Bastoni, con l’ausilio costante di Calhanoglu, e non solo non sfigurare ma riuscire anche a creare situazioni favorevoli per la squadra e alimentare le ripartenze. Applausi. Milenkovic 5,5: magistrale fino al minuto 37, poi qualcuno dirà che gli si piazza sulla coscienza il secondo gol di Lautaro che lo anticipa e segna. Tutto vero ma la giocata del fuoriclasse non può essere elemento eccessivamente penalizzante per il centrale che, anche dopo lo svantaggio, resta lucido e preciso negli interventi. Prova di grande dignità, come quella di tutta la squadra. Dove e quando non arriva è perché non può. perché non ce la fa, perché non ne ha. Martinez Quarta 5,5: spesso e volentieri in difficoltà ma stringe i denti e aggredisce gli spazi con abnegazione. Se la Fiorentina ha pagato in qualche settore nevralgico, è proprio quello gestito dalla sua coppia centrale. Biraghi 7: si francobolla su chiunque gli capiti a tiro. Tiene la corsia sinistra da veterano, Dumfries si fa ipnotizzare più di una volta. Spinge e torna, marca e si smarca: non molla un pallone, fa il Capitano. Amrabat 7: prende in mano le redini del centrocampo Viola, macina chilometri e ha un impatto con la gara devastante in termini quantitativi. Sfiora il raddoppio all’11’ con una conclusione dal limite che ha poca potenza. Castrovilli 7: agonismo e senso della posizione, gara più raccolta con baricentro basso. Resta più arretrato e gioca a uomo sui mediani nerazzurri. lavoro asfissiante in pressing senza disdegnare l’impostazione del gioco. Ikoné 6,5: si invola al primo pallone utile, la Viola trova il gol e buona parte del merito se lo prende. Crea e inventa, ci prova in continuazione e tiene sveglia la difesa dell’Inter che non può concedergli spazi. Bonaventura 7: tatticamente prezioso, gioca a testa alta e manovra con intelligenza. Fa viaggiare palla, la smista, la difende ed è il più esperto tra i suoi, abile ad alzare il baricentro della squadra e dialogare con il reparto offensivo. Uomo ovunque.Fiorentina-Inter, la Viola festeggia il gol del vantaggio di Nico Gonzalez
Le pagelle dell’Inter
Handanovic 6,5: nessuna responsabilità in occasione del gol subito, molta attenzione e solita partecipazione al gioco corale della retroguardia. Poi, la paratona su Jovic nella ripresa salva il risultato. Darmian 5,5: Ikone punta e se ne va, la Fiorentina sfonda. Il peso specifico dell’errore di reparto ricade anche sul suo groppone. Come i colleghi, cresce alla distanza e, prese le misure, diventa più difficile fuggirgli via. Ma non impossibile. Acerbi 6,5: baluardo che, nelle difficoltà, barcolla ma non molla. Nello specifico, 10′ di assestamento poi prende per mano il reparto e lo accompagna passo passo, minuto dopo minuto. Bastoni 6: nella dormita generale della retroguardia nerazzurra in occasione del gol del vantaggio Viola, il suo è tra i sonnellini più profondi. Cresce alla distanza e torna a marcare il territorio con lucidità. Dumfries 5,5: tanto movimento senza palla ma con il pallone tra i piedi non incide. La resistenza di Biraghi e Bonaventura – che si muovono da coppia collaudata – è un ostacolo troppe volte insormontabile. Barella 7: non verrà mai meno per grinta, carattere, determinazione. Sono marchi di fabbrica inscalfibili. Rispetto al solito, però, è impreciso in fase di impostazione e perde qualche pallone di troppo. L’assist per il pari di Lautaro è una perla. Martello fino al triplice fischio. Brozovic 6,5: sboccia dopo aver messo sui piedi di Lautaro il pallone dell’1-2. Filtrante a occhi chiusi, dettato dall’argentino e intuito al volo. Ordine e geometria sono marchi di fabbrica. Rallenta i tempi e li aumenta a piacimento: è un talento che condivide con pochi altri calciatori. Calhanoglu 6,5: dà origine alla manovra nerazzurra che parte soprattutto dai suoi piedi. Grande senso della posizione, si alterna con Brozovic nelle sortite offensive. lettura del match magistrale, quando la Fiorentina alza la pressione si abbassa e lavora d’intesa con la difesa. Dimarco 5,5: è una delle pochissime partite in cui non solo smette di essere un fattore determinante ma pare essere fuori giri. La gara di Dimarco non decolla, è una novità e, per fortuna dei nerazzurri, la prestazione incolore non incide in negativo. Dzeko 6,5: per 45′ è tra i migliori dell’Inter. Si fa trovare sempre pronto, è il più pericoloso, si infila negli spazi e cerca l’affondo. Sbatte contro il muro di una difesa che non ha sbagliato nulla, ha un paio di buone occasioni: una la spreca calciando alto, l’altra se la costruisce con classe ma non finalizza. Fa a sportellate, arretra e avanza a seconda delle necessità.Fiorentina-Inter, Lautaro festeggia il gol del pareggio momentaneo. Da lì a breve, arriverà la doppietta
Le pagelle dell’arbitro
Massimiliano Irrati non ha sbagliato nulla. Graa di personalità e presenza, lascia giocare e interviene in maniera autorevole senza l’ausilio dei cartellini, che espone in maniera centellinata. Buona anche l’assistenza di Carbone, Lo Cicero e del quarto uomo Fabbri. Al Var il lavoro di Mazzoleni non è stato necessario.Il nostro SUPERTOP
Occorre ripetersi o coniare neologismi. Lautaro è l’Inter: una simbiosi sempre più evidente, necessaria, reciproca. Il calciatore è un fuoriclasse, unico nel genere. Eppure, c’è qualcosa di più: sensazioni. Non esistono più le bandiere? Possibile sia così ma l’argentino fa di tutto per somigliargli ogni gara un po’ di più. La fascia da capitano (non stasera, c’era Handanovic) sta dove dovrebbe stare, i tifosi lo adorano, lui riesce a mixare con naturalezza una tecnica sopraffina a un senso di appartenenza e immedesimazione che, di questi tempi, colpiscono.Il nostro SUPERFLOP
Dimarco, per una volta. Anzi, per la prima volta. Mai accaduto di annoverarlo nelle file dei peggiori in campo. Divide il demerito con altri colleghi ma, nel suo caso, la prestazione negativa spicca di più perché non te lo aspetti mai nella vita. Ha bisogno di rifiatare, di staccare. Forse gli è pesato psicologicamente quanto accaduto in settimana, finito inconsapevolmente in una disquisizione tra curve che lo ha sicuramente messo a dura prova.Albo d’Oro coppa Italia
Juventus ancora irraggiungibile: spicca il nome del club bianconero in testa all‘albo d’Oro dei club vincitori della competizione. 14 trofei in bacheca creano un evidente disequilibrio rispetto a chi segue: nove coppe per la Roma, raggiunta dall’Inter stasera; 7 per la Lazio. A ruota le sei vittorie di Fiorentina e Napoli, le 5 di Milan e Torino, le 4 della Sampdoria.La coreografia di Fiorentina-Inter
Sciopero del tifo in casa nerazzurra: la protesta della Curva Nord, legata alle difficoltà di reperire i biglietti per la finale di Champions League, era annunciata ma sembrava scongiurata. Nel primo pomeriggio, il tifo caldo dell’Inter aveva confermato una coreografia pre gara per poi fare marcia indietro e dichiarare l’astensione dal tifo per i primi 45′. L’auspicio, a questo punto disatteso, era che il club lanciasse qualche segnale positivo, per la Curva non è arrivato. Il comunicato a poche ore dal fischio di inizio: La misura è colma, oggi astensione dal tifo. Le auspicate rassicurazioni invocate in diverse sedi non hanno sortito alcun effetto su una società che evidentemente è disposta a privarsi dei propri tifosi più fedeli per agevolare gente che la fedeltà non sa neppure cosa sia. Quello della distribuzione dei biglietti in casa Inter per la finale di Champions League del prossimo 10 giugno a Istanbul sarà argomento di sicuro dibattito nei prossimi giorni.Fiorentina-Inter coreografia della Curva Nord nerazzurra
Fiorentina-Inter, la coreografia della tifoseria Viola