C’era grande attesa per la seconda udienza preliminare del processo che vede la Juventus accusata sul fronte della giustizia ordinaria per le plusvalenze e i conti durante il periodo Covid in seguito all’inchiesta Prisma. Dopo le repliche degli avvocati delle parti civili l’udienza è stata aggiornata alle 14. Il gup Marco Picco si è ritirato in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni della difesa. A sorpresa il fondo libico Lafico si è costituito parte civile come azionista.

Il processo Juve, la seconda udienza

Dopo il rinvio dello scorso 27 marzo alla fine della prima udienza preliminare, oggi si è tenuta nell’aula bunker del Palazzo di Giustizia Bruno Caccia di Torino, la seconda udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco. La Juventus è indagata nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui bilanci dal 2019 al 2021. Oltre la Juve, indagata come persona giuridica, tra gli indagati ci sono l’ex presidente Andrea Agnelli, l’allora ex vice Nedved, l’ex ad Arrivabene e l’ex dg Paratici. A portare avanti il procedimento per l’accusa, che ricordiamo ha visto il burrascoso addio del pm Santoriello, i colleghi del pool che negli anni ha lavorato al caso: il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto Mario BendoniA difendere il club bianconero oltre l’avvocato Bellacosa anche l’avvocato Davide Sangiorgio.

La Juventus chiede l’esclusione delle parti civili: il fondo Lafico

La difesa della Juventus ha chiesto l’esclusione di numerosi parti civile, tra cui Codacons, associazioni consumatori, alcuni azionisti e il fondo Lafico. In particolare la costituzione al processo di quest’ultimo è stata una delle sorprese di questa seconda udienza preliminare. Lafico, acronimo di Libyan Arab Foreign Investiment Company, era un fondo libico governato allora dalla famiglia Gheddafi entrato come azionista nella Juve agli inizi degli anni 2000 con una quota pari al 5% poi scesa con gli anni e la caduta del regime, all’1%.

Processo Juve: la richiesta delle parti civili, lo scudetto 2019 al Napoli

Continua la battaglia parallela portata in processo da Enrico Lubrano, Carlo Claps, Oreste Pallotta e Angelo Pisani, in qualità di avvocati difensori del Codacons e dell’Associazione Club Napoli Maradona che in una nota hanno rivendicato ancora una volta la loro posizione sull’assegnazione dello scudetto del 2018/2019 al Napoli proprio in luogo della Juve, ancor di più ora alla luce delle motivazioni rese note dal Collegio di Garanzia del Coni dell’altro giorno:

“La Juventus ha alterato la regolarità del Campionato 2018-2019. Risulta, pertanto confermato l’accertamento della avvenuta alterazione della regolarità del Campionato 2018-2019 da parte della Juventus, presupposto fondamentale per la richiesta di revoca dello Scudetto 2019 e della sua assegnazione al Napoli (giunto secondo), formulata con il ricorso al TAR Lazio depositato lo scorso 31 marzo 2023 per conto del Codacons e della Associazione Club Napoli Maradona”

Perchè la Juventus chiedeva lo spostamento del processo

I legali della Juve hanno chiesto lo spostamento della sede del processo a Milano o a Roma perchè l’ipotesi di reato di manipolazione del mercato si sarebbe consumato da un lato, nel capoluogo meneghino in quanto sede della borsa, oppure nella Capitale in quanto a Roma ci sono i server della stessa, essendo la Juventus una società quotata. Tra le varie cose, la Juve avrebbe così ancora più tempo per preparare la strategia difensiva. Ma sempre secondo il pool difensivo bianconero non di certo a Torino dalla cui Procura è comunque partita l’inchiesta Prisma.

Di contro la procura di Torino ritiene che i reati bianconeri si siano consumati nella sede della Juventus a Torino, dalla quale sarebbero partiti le false comunicazioni per il mercato e la borsa oltre ai comunicati sulle manovre stipendi incriminate.

Generated by Feedzy