La vigilia del GP di Canada di F1 è segnata da un certo chiacchiericcio in merito agli equilibri in casa Ferrari, in particolare in merito alla sorte di Frédéric Vasseur, in scadenza di contratto quest’anno e il cui rinnovo non sembra per ora essere all’ordine del giorno. Ma anche in casa Red Bull c’è qualche ruggine con cui fare i conti, in questo caso legata alla spada di Damocle che pende sul capo di Max Verstappen: parliamo del rischio squalifica per un GP dopo i fatti di Barcellona e la squalifica rimediata per via delle intemperanze in pista.

Verstappen rischia un GP: ecco perché La domanda del giornalista che ha stizzito Verstappen Sainz sbotta: “Sempre la stessa storia” “Pensavo che la Ferrari potesse lottare per il titolo”

Verstappen rischia un GP: ecco perché

Partiamo proprio dal quattro volte campione del mondo di F1, a cui è rimasto un solo punto sulla Superlicenza prima di incappare in una penalità nel successivo Gran Premio, ovvero il fatto di non poterlo disputare. Se a Montreal commetterà una leggerezza tale da costargli un’altra penalizzazione, potrebbe non essere schierato nella successiva gara, quella in Austria che è di casa per Red Bull (motivo per cui il team si sta attrezzando per un piano B nell’ipotesi più disgraziata).

Il motivo di tutto ciò risale al contatto avuto negli ultimi giri del precedente GP di Spagna, con Verstappen che inizialmente aveva ceduto la posizione al rivale George Russell dopo l’uscita larga del pilota Mercedes (ed evitare che l’olandese potesse ricevere una penalità di tempo per averne approfittato: questa fu la richiesta di Red Bull onde scongiurare ulteriori contatti, ma poi si è scoperto a posteriori che questo ordine non fu esattamente necessario, ma solo un eccesso di zelo da parte del team).

Questa chiamata a cedere il posto ha poi scatenato una certa frustrazione da parte di Verstappen, che ha poi impattato contro Russell beccandosi 10 secondi di penalità e -3 punti sulla Superlicenza.

La domanda del giornalista che ha stizzito Verstappen

I fatti così sommariamente elencati ci sono utili per inquadrare la scontro passivo-aggressivo tra il pilota e Ted Kravitz, giornalista di Sky Sport F1 che ha avuto l’ardire di chiedere all’olandese se il fatto che Stephen Knowles abbia sostituito un veterano di Red Bull nonché grande conoscitore dei regolamenti sportivi della F1 quale è Jonathan Wheatley (passato nel frattempo alla Sauber nella veste di team principal) possa aver determinato un tale passo falso nella lettura della gara.

Verstappen non l’ha presa benissimo, interpretando la domanda come un attacco sul personale. Per la precisione, Kravitz ha così chiesto al pilota: “Immagino sia stato Knowles a dire a Gianpiero Lambiase [l’ingegnere di pista dell’olandese, ndr] di restituire la posizione a George, decisione che poi non si è rivelata quella giusta come confermato dai commissari. Knowles ha assunto il ruolo da poco tempo da quando Jonathan è andato alla Sauber, perciò come state procedendo affinché una situazione così non si ripeta più?”.

Sprezzante la risposta del quattro volte campione del mondo: “Non penso sia bello cercare di individuare una persona o prenderla di mira, perché non è mai il caso“, sostenendo che gestiscono il tutto da squadra.

Kravitz ha controbattuto spiegando che non voleva prendere di mira nessuno: “Jonathan Wheatley è ovviamente un personaggio noto, non stavo dicendo che fosse colpa di Stephen Knowles”. Verstappen ha tenuto il punto: “Tu però l’hai menzionato. […] Lo stai prendendo di mira“. “Ma lui è al muretto dei box, è abbastanza conosciuto”, ha provato a tenere duro il giornalista.

Il pilota non ha ceduto, probabilmente subodorando la provocazione giornalistica: “Non c’è bisogno che se ne parli qui, se ci fosse qualcosa dove potremmo migliorare, lo faremmo come squadra. Ma non starò qui ad additare colpevoli“. “Non è ciò che chiedevo”, ha insistito Kravitz. Risposta di Verstappen: “Si vive e si impara tutti”. Chiosa gelida (e stizzita) del giornalista: “Ti stavo giusto chiedendo… come vivi e impari. Grazie, penso tu mi abbia risposto”.

Sainz sbotta: “Sempre la stessa storia”

Mentre Verstappen mette all’angolo i media, con i quali i rapporti non sono mai stati esattamente idilliaci, nel giro di dichiarazioni pre-GP di Canada ha parlato anche Carlos Sainz, che si è soffermato anche sulla situazione della sua ex scuderia.

E l’argomento in particolare è stato il futuro, per ora incerto di Vasseur, a Maranello. Soprattutto se a Montreal le Ferrari non riuscissero ad invertire la rotta su una stagione che al momento è abbastanza compromessa per il titolo mondiale.

Ma per Sainz questa “è sempre la solita storia: quando non arrivano i risultati, i media iniziano a puntare il dito e così scoppia il caos“. Parlando con i media il pilota di Williams ha poi specificato di avere un ottimo rapporto con Vasseur, al di là del mese “complicato” in cui “lui non mi ha confermato per scegliere Hamilton”, ma poi “abbiamo fatto pace e andiamo d’accordo: l’ho sempre apprezzato come team principal e come persona”.

“Pensavo che la Ferrari potesse lottare per il titolo”

Poi una riflessione sull’attuale situazione del suo precedente team: “Quando me ne andai, avevo il sentore che la squadra e l’auto potesse competere per il Mondiale, e pensavo che la Ferrari potesse lottare per il titolo quest’anno. Lo dissi anche a Charles e al team: a mio avviso tutto sembrava si stesse incastrando nella maniera migliore”. Ma, ad oggi, l’unico team che sembra in pole per i titoli è McLaren (altra sua ex scuderia): “E quando un team lavora così bene, si trova su un livello così alto e con due piloti straordinari, non importa quanto tu possa essere bravo: tenere testa diventa difficile”.