Michael Schumacher, il pilota. Ma anche il campione di F1, l’incredibile amico e autore di sogni per Jean Todt e la famiglia Agnelli, gli appassionati di motori. Oggi, a dieci anni dall’orribile incidente di Meribel, quel 29 dicembre 2013, ciò che conosciamo e sappiamo del pilota della Ferrari è filtrato secondo la volontà di Corinna e della sua famiglia che ha scelto di celare le condizioni di Michael, dopo una caduta dalle conseguenze devastanti ma delle quali non sappiamo, poi, davvero nulla nello specifico.

Ci affidiamo a quanto Corinna ha deciso di condividere,  quel che hanno detto Gina Maria e Mick, i suoi figli, nelle rare dichiarazioni relative al padre in questi anni che li hanno visti crescere, diventare adulti.

Michael Schumacher, le rivelazioni di Roger BenoitIl silenzio di CorinnaLe parole di Eddie JordanJordan: la fiducia per Mick, la stima per SchumacherL’amicizia con Flavio BriatoreL’amico di sempre, Jean Todt: le visite a SchumiGli interventi noti dopo l’urto fatale sulle nevi di Meribel

Michael Schumacher, le rivelazioni di Roger Benoit

In un’intervista al giornale svizzero BlickRoger Benoit, giornalista e amico dell’ex pilota della Ferrari ha provato a rispondere a una domanda scomoda sulle reali condizioni in cui versa l’ex campione. La risposta di Benoit è stata evasiva, anche se capace di evocare un indizio ben chiaro nel recente passato della famiglia del 7 volte campione del mondo:

Come sta oggi Schumacher? Non lo so. La risposta a questa domanda è una sola e l’ha data suo figlio Mick nel 2021 in una delle sue rare interviste: ‘Darei qualsiasi cosa per parlare con papà’. Questa frase dice tutto di come sta suo padre da oltre 3500 giorni. È un caso senza speranza”.
Una affermazione forte, comunque. Come è stato quanto mostrato dal doc che Mick, ascrivibile al docufilm andato in onda su Netflix, ha deciso di rendere pubblica. ha ammesso l’impossibilità di parlare, comunicare con suo padre da 10 anni, da quando quell’urto contro una roccia ha cambiato l’esistenza di Schumacher e dei suoi figli. Allora, quando si consumò un autentico dramma e la vita di Michael era appesa a un filo, Gina Maria era appena 16enne.

Oggi, Mick ha tentato di seguire le orme del padre e dello zio, ma non può evidentemente misurarsi con i suoi consigli. E questo è quanto.

Il silenzio di Corinna

La famiglia ha sempre diluito le proprie uscite pubbliche e fornito aggiornamenti molto ridotti, quasi solo attraverso qualche comunicato e il documentario di Netflix che ha riacceso i riflettori su Corinna e su Schumacher:

“Non ho mai dato la colpa a Dio per quello che è successo. Michael mi manca ogni giorno, manca a tutti. È ancora qui, è diverso ma ci dona tutta la sua forza”.

Corinna ha ritirato con la figlia Gina Maria il Premio di Stato dallo Stato della Renania Settentrionale-Vestfalia, durante una cerimonia speciale organizzata per omaggiare il grande campione nel luglio 2022. Allora, emozionata e commossa, è crollata per la prima volta in pubblico.

Sempre implacabile, si è abbandonata alle emozioni e non è riuscita a trattenere le lacrime. Il presidente Hendrik Wüst ha spiegato alla Bild il perché di questo premio e quanto Schumacher abbia cambiato la percezione della F1 in Germania  con il suo talento e la sua dedizione allo sport e ai motori. Un impegno totale che questo premio riconosce e valorizza. Parole di stima e affetto che hanno mostrato al grande pubblico un lato nascosto, sicuramente inedito della moglie di Michael.

Michael Schumacher con Corinna Betsch 

Le parole di Eddie Jordan

Prima di Benoit a rompere il silenzio sullo stato di salute in cui versa Schumi è stato anche un big della F1, Eddie Jordan. “Lui è lì, ma non c’è”. ha detto Jordan, 74 anni e una vita in Formula 1 e nella scuderia per cui Michael Schumacher ha corso.

Con Jordan era insieme, nel lontano 1991: la squadra irlandese doveva sostituire Bertrand Gachot nel Gp di Spa e scelse proprio il giovane Schumi che già dimostrava quell’aggressività, quella determinazione in gara imparagonabile al resto dei piloti che dominavano quella F1.

Jordan: la fiducia per Mick, la stima per Schumacher

Ora che anche suo figlio è in F1, rinnova la sua fiducia nei riguardi di Mick Schumacher. Nonostante quanto accaduto a causa di un banale incidente che ha segnato un prima e un dopo, nella vita di Michael Schumacher, della sua famiglia.

“Il motivo per cui mi sento molto vicino a lui è perché non è facile sapere che tuo padre non può più far parte della famiglia — ha detto al sito OLBG —, lui è lì ma non c’è”, ha affermato parlando di Mick e riferendosi, inevitabilmente a Michael.

In pochi hanno il privilegio di poter vedere e accedere alla stanza attrezzata, nella sua dimora svizzera, dove Schumacher vive da quel terribile urto durante una discesa a Meribel in una giornata che sarebbe dovuta essere di relax sulla neve: sono trascorsi dieci anni da allora e una sequenza ininterrotta anche di rumors, indiscrezioni sulle terapie, sul suo soggiorno all’istituto Pasteur per delle cure sperimentali con cellule staminali e altre notizie trapelate senza che la famiglia commentasse.

L’amicizia con Flavio Briatore

Oltre a Jordan, è Jean Todt uno dei pochi che ogni tanto ha il permesso di poterlo vedere, di andare a trovarlo, che ha raccontato delle condizioni di Michael in modo molto velato e senza aggiungere dettagli. Anche Elisabetta Gregoraci, ex moglie di Flavio Briatore (altro amico di Michael, ex manager della Benetton ai tempi d’oro) ha svelato ulteriori particolari durante il suo soggiorno a Cinecittà nella casa del GF Vip.

Le ultime informazioni, scarne, asciutte su Schumacher arrivarono durante la diretta del Grande Fratello Vip, proprio dall’ex moglie di Briatore.

“Non parla, comunica con gli occhi. Solo tre persone possono andare a trovarlo e io so chi sono”.

Parole pronunciate da Elisabetta Gregoraci, riportate da SportMediaset, sulla situazione che interessa l’ex ferrarista che fu lanciato in F1 proprio dall’ex team manager della Renault. Un macchinario comandato con il movimento degli occhi è l’unico modo per comunicare e per cercare di capire se sia presente. “Adesso un pochino, ma no”, è la risposta a chi le chiede se riesce a parlare.

Poche frasi, quelle pronunciate all’interno della casa del GF Vip edizione 2020, che hanno nuovamente aperto prospettive e domande sull’ex campione del Mondo. E a pochi giorni di distanza dalle affermazioni del neurologo svizzero Erich Riederer a dichiarare che l’ex pilota di Formula 1 non tornerà mai al pieno delle sue capacità. La testimonianza dello specialista è stata raccolta in un documentario. “Michael Schumacher: Alla ricerca della verità” è il titolo di quanto andato in onda sulla TV francese.

Erich Riederer ha detto: “Penso che sia in uno stato vegetativo irreversibile, è sveglio ma non risponde, respira, il suo cuore batte, può probabilmente mettersi seduto e fare piccoli passi con un aiuto, ma non di più”.

L’amico di sempre, Jean Todt: le visite a Schumi

Tra le persone da sempre accanto a Michael e alla sua famiglia, c’è Jean Todt. Le sue affermazioni raccolte da PA agency avevano riacceso l’attenzione su SchumiTodt, presidente della FIA e amico personale dell’ex pilota, tra i pochi ammessi nella stretta cerchia di amici, ha confermato di aver fatto visita all’amico campione una settimana prima del GP del Mugello.

Secondo quanto riportato dal Daily MailTodt avrebbe dipinto questo quadro: “Ho visto Michael la scorsa settimana, sta lottando. Mio Dio, sappiamo che ha avuto uno sfortunato e bruttissimo incidente sugli sci che gli ha causato un sacco di problemi, ma ha accanto una moglie fantastica, ha i suoi figli, le sue infermiere e possiamo solo augurare il meglio a lui e alla sua famiglia”.

Jean Todt infatti ha voluto riservare un messaggio, per tutti i tifosi della grande gloria tedesca: “Tutto quello che posso fare è stare loro vicino finché non sarò in grado di fare qualcosa e poi lo farò”. Un segnale importante nelle ore che hanno preceduto un appuntamento altrettanto speciale: la Ferrari F2004 guidata da Mick, nell’esibizione programmata sul circuito. Nel nome del padre, più che mai considerati gli incoraggianti risultati da pilota raccolti.

Gli interventi noti dopo l’urto fatale sulle nevi di Meribel

A dieci anni dall’incidente di Méribel sulle Alpi francesi, le condizioni di Schumacher rimangono riservate, private. E lo ribadiamo. Sappiamo che ha affrontato due difficili interventi, che si è svegliato dal coma nel 2014 e vive assistito amorevolmente da professionisti specializzati oltre alla sua famiglia.

Trapela, di tanto in tanto, appena qualche dettaglio, ad opera di quanti nel circus hanno mantenuto un rapporto con il campione del mondo e della Ferrari, e che sono ammessi nella sua dimora svizzera. Pochissime persone: tra queste Jean Todt e l’ex compagno di scuderia, Felipe Massa.

La riservatezza imposta dalla famiglia

La famiglia del pilota tedesco, icona della Formula 1 e della Ferrari, ha imposto il più totale riserbo a tutela della loro privacy e solo di rado ha affidato alla stampa comunicati ufficiali.

“Michael è nelle mani migliori” rese noto Corinna per i 50 anni di Michael nel 2019 e chiese, ancora una volta, che i fan rispettassero la loro vita privata. La stessa Corinna ha affermato come stia “seguendo la volontà di Michael di mantenere essendo lui, da sempre, particolarmente sensibile alla sfera privata. Michael ha fatto tutto per me. Non dimenticherò mai a chi devo essere grata e questo è mio marito”. L’incidente ha causato gravi lesioni cerebrali, per le quali Michael è stato operato due volte che lo hanno costretto a 6 mesi di coma indotto.

Il trasferimento a Parigi di Schumacher per cure sperimentali

Nell’ottobre 2019, l’autorevole giornale francese Le Parisien aveva riferito che l’ex pilota era stato trasferito all’ospedale europeo Georges Pompidou di Parigi, avanzando l’ipotesi che Schumacher fosse stato portato nel famoso nosocomio per un trattamento di cellule staminali.

Inoltre, secondo altre fonti, Schumacher aveva precedentemente effettuato almeno due visite nello stesso centro ospedaliero francese: ipotesi che alimentavano l’idea che Schumi stesse ricevendo un trattamento specifico in cui il Pompidou è all’avanguardia.

Max Versteppen e Mick Schumacher

Di comunicati, dichiarazioni, interventi se ne contano pochissimi, nel corso di questi dieci anni. La famiglia ha sempre diluito le proprie uscite pubbliche e fornito aggiornamenti molto ridotti, quasi solo attraverso quel documentario e qualche comunicato.