L’errore di Jorge Martin ha consegnato nelle mani di Francesco Bagnaia una vittoria al GP di Germania su cui comunque stava lavorando il pilota Ducati ufficiale: l’errore del rivale Pramac all’altezza praticamente del penultimo giro ha semplicemente completato l’opera di rimonta di Pecco, giunto pressoché a mezzo secondo dallo spagnolo e sempre più vicino. La pressione, evidentemente, ha fatto il resto.

In Germania Bagnaia supera Stoner e cala il poker consecutivo stagionale La guerra di nervi tra Bagnaia e Martin Bagnaia e la lettura della gara: com’è nata la sua vittoria “Abbiamo allineato noi i pianeti”

In Germania Bagnaia supera Stoner e cala il poker consecutivo stagionale

E così Bagnaia al Sachsenring arriva a quattro successi di fila nelle ultime gare, che diventano sei vinte nelle ultime nove disputate (oltre ad essere diventato competitivo anche nelle Sprint, al di là di quella corsa ieri). E se proprio nella gara veloce un suo errore ha contribuito a spianare la strada a Martin, quest’ultimo ha subito il contrappasso in quella lunga, cedendo anche la vetta della classifica iridata a Pecco, nuovo leader con 10 punti di vantaggio sull’iberico.

E, come se non bastasse, il campione del mondo regnante supera Casey Stoner in termini di GP vinti con la Ducati, salendo a quota 24. Tra l’altro, sfatando il tabù di Ducati sul Sachsenring, pista tendenzialmente non molto favorevole alla Desmosedici.

“La mia ultima vittoria da scapolo”, ha inoltre aggiunto Bagnaia nelle interviste concesse a Sky Sport, riferendosi all’imminente matrimonio con Domizia Castagnini. Una gara di rimonta, seppur non da lontano ma dalle posizioni del podio, dove Pecco ha ottenuto per uno scampolo di giri la leadership per poi cederla a Martin. Poi il fattaccio quando mancava pochissimo alla bandiera a scacchi.

La guerra di nervi tra Bagnaia e Martin

Ma in realtà, come ha spiegato lo stesso ducatista, tra i due si era innescata una guerra di nervi, uno stallo alla messicana in cui prima o poi uno sarebbe dovuto cadere visti i ritmi della loro battaglia (come dimostrano i distacchi contenuti nella seconda metà di gara). Sempre nelle interviste Pecco ha infatti ammesso che pure lui avrebbe potuto rischiare qualcosa: “Negli ultimi dieci giri abbiamo corso sul niente: davanti chiudeva l’anteriore, dietro il posteriore partiva. Non avevamo più trazione, ma giravamo comunque sull’1:21, perciò è stata tosta”.

E prima che Martin cadesse, Bagnaia aveva perso pure lui l’anteriore. “Per questo ho allargato la traiettoria. Ma il primo che avrebbe mollato avrebbe perso. E non ho voluto cedere sino alla fine, così come ha fatto lui. Prima o poi però con questo ritmo qualcosa doveva succedere ad uno dei due”.

Bagnaia e la lettura della gara: com’è nata la sua vittoria

Poi Pecco ha spiegato: “Sono riuscito a spingere sin dalla partenza. Ma quando mi sono messo davanti mi è perso che la temperatura della gomma fosse scesa, soprattutto la posteriore, perché in frenata non riuscivo a fermarmi e dovevo staccare prima alla curva 1. Allora mi hanno passato sia Jorge che Franco [Morbidelli]. Ma perdevo un po’ anche il posteriore, quindi quando mi hanno passato tutti e due ho cercato di capire la situazione e di far risalire la temperatura piano piano. Ci sono riuscito ed è stata la cosa più importante, perché credo che se mi fossi attaccato subito a loro non ne avrei avuto alla fine per pressare Jorge”.

“Abbiamo allineato noi i pianeti”

E a proposito del duello con Martin, il pilota torinese ha illustrato: “Lui sapeva che nel T3 ero più veloce e che avrei guadagnato parecchio su di lui nella discesa, quindi voleva evitare che gli arrivassi a due decimi di distacco. Abbiamo spinto tanto, ma gli ultimi giri l’anteriore non ne voleva più sapere, chiudeva in tutte le curve lunghe. Ogni volta che provavo ad avvicinarmi un po’ di più, vedevo che lui forzava ancora e alla fine è scivolato alla 1, ma il nostro era un ritmo incredibile”.

“I pianeti non si sono allineati, ma li abbiamo allineati”, ha inoltre affermato Bagnaia, che ha lodato il lavoro svolto dal team pur in un campionato non semplice, almeno all’inizio della stagione.