C’è qualcosa che non va, in Alcaraz, a fronte di una vagonata di cose che funzionano. Non è il fisico a non funzionare a dovere, quello semmai è un giubbotto di salvataggio che fa da garanzia assoluta di poterne, in qualche modo, uscire sempre bene. Non è nemmeno il carattere, a dirla tutta: esce dalle situazioni da numero 1, si tira fuori dai guai con contezza.
Parte male. O si smarrisce a metàPurcell in doppio è un’altra cosaCarlito non è sempre sul pezzoContinuare a essere un dieselAlcaraz se ne va quando decide luiHubert Hurkacz e la statistica del tie break
Parte male. O si smarrisce a metà
Al di là della superficie, voglio dire: il cemento lo sta mettendo alla prova, finisce dentro qualche crisi, ne esce con spessore ma il feeling non è dei migliori. Tra Toronto e Cincinnati Carlos annaspa: in Canada s’è sgretolato, nell’Ohio s’è portato dietro un paio di fardelli.
Parte male o si smarrisce a metà, per esempio: l’approccio alla partita non è impattante, gli capita di dover rincorrere – come successo contro Purcell – oppure di farsi riprendere dopo la fuga – vedi i match contro Thompson e Paul. La costante è che, finora, ci ha rimesso sempre un set: nelle sfide da due su tre, se un match lo fai durare più di due ore e mezza significa che tanto passeggiata di salute non è stato.
Purcell in doppio è un’altra cosa
Max Purcell ha 25 anni e funziona meglio in doppio che in singolo. Vince in singolare il 33% circa dei match che gioca. Negli Slam non è mai andato oltre il secondo turno: in Francia, Roland Garros.
Poi ti avvicini ai numeri dei tornei in condivisione e cambia per intero la cifra stilistica: successi nel 53% delle partite disputate in coppia, il trionfo a Wimbledon nel 2022 con il connazionale australiano Matthew Ebden, l’etichetta dei favoriti – lui e il compagno di turno – non appena si avvicinano a un torneo.
Carlito non è sempre sul pezzo
Il bagaglio di Purcell – di un Purcell in grande forma, peraltro – nulla ha a che vedere con quello di Alcaraz.
Sebbene l’australiano arrivi dalle qualificazioni, nonostante abbia fatto fuori il baby fenomeno CasperRuud al secondo turno, poi l’intramontabile StenWawrinka al terzo. Li ha presi a pallate sfruttando quel che ha provato a far girare a suo vantaggio anche contro Carlos: il servizio.