Cos’è il Paracadute e quando è stato introdotto?
L’istituto del Paracadute è stato introdotto nel 2009 come conseguenza della scissione tra Lega Serie A e Lega Serie B e legiferato tramite la famosa Legge Melandri. L’insieme delle norme che prende il nome dall’allora Ministro dello Sport, oltre a dare un cambiamento drastico alla politica del calcio per quanto riguarda soprattutto la vendita centralizzata dei diritti televisivi, comprendeva anche un sussidio economico per le squadre retrocesse dalla Serie A alla Serie B. Come già accennato, per le squadre la retrocessione ha un impatto negativo significativo sulla composizione del fatturato e sulla salvaguardia degli investimenti effettuati. Tutelare le casse dei club e sostenere la liquidità di quest’ultimi diventa fondamentale per tutelare tutto il sistema che, altrimenti, alle condizioni attuali vedrebbe una crisi strutturale dovuta magari al fallimento di alcune realtà (cosa che succede già senza considerare il paracadute). Una norma, dunque, pensata per colmare il gap di incasso che inevitabilmente viene a crearsi tra il giocare in Serie A o in Serie B. Mancati introiti che si sostanziano soprattutto in un delta determinato principalmente dai minori ricavi da diritti TV (fonte di reddito su cui storicamente purtroppo si basa il calcio italiano) e da minori guadagni per quanto riguarda botteghino e ticketing. Per quanto riguarda questi ultimi, infatti, nonostante la crescita di seguito del campionato cadetto con la partecipazione di piazze storiche, sono certamente minori le partite c.d. “di cartello”. Giocare in Serie A e affrontare in una stagione Inter, Milan, Juventus e Napoli su tutte permettono alle squadre di seconda fascia di garantirsi importanti introiti per quanto riguarda i ricavi da stadio che si sostanziano in circa il 40-50% del totale del fatturato da matchday durante la stagione. Una misura, quella del Paracadute che pertanto mira a dare supporto economico da parte della Lega Serie A, introdotta a regime dalla stagione 2009/2010. Una risorsa che oggi si sostanzia in 60 milioni di euro totali da dividere tra le tre retrocesse (di seguito vedremo in base a che criteri) ma che in origine valeva solo 15 milioni totali da distribuire. Nel 2012 venne fatto il primo aumento, con il Paracadute che passò dai 15 ai 30 milioni di euro, fino ad arrivare agli attuali 60 dalla stagione 2015/2016. Come succede per altre fattispecie, e come dovrebbe accadere per molte altre, l’idea del Paracadute è stata mutuata dal “Paracadute Payment” della Premier League. La Lega del calcio inglese, spesso e a ragione presa come riferimento a livello mondiale per quanto riguarda la struttura e l’organizzazione a livello di business, supporta i club retrocessi in Championship con circa 90 milioni di euro spalmati in 4 anni, interrompendo l’erogazione in caso di successivo ritorno in Premier della squadra beneficiaria del sostegno.Come si determina l’importo del Paracadute?
Come spiegato, la Lega Serie A destina per il Paracadute una cifra di 60 milioni di euro totali che viene distribuita in base a tre diverse fasce determinate in funzione delle partecipazioni dei club alla massima serie negli anni precedenti alla retrocessione Ecco quali sono le fasce per il Paracadute: Società di fascia A: alle neopromosse tornate in Serie B dopo una stagione in Serie A sono garantiti 10 milioni di euro; Società di fascia B: alle squadre retrocesse in Serie B dopo aver militato in Serie A per due stagioni anche non consecutive nelle ultime tre, compresa quella in cui è si è realizzata la retrocessione, sono garantiti 15 milioni di euro; Società di fascia C: alle retrocesse dalla Serie A che hanno partecipato a tre stagioni di massima serie anche non consecutive nelle ultime quattro, compresa quella in cui è maturata la retrocessione, sono garantiti 25 milioni di euro. Nel caso in cui, in una stagione sportiva, la somma delle suddette singole quote spettanti agli aventi diritto al “paracadute” ecceda l’ammontare complessivo di 60 milioni di euro stanziati, le quote spettanti a ciascun club avente diritto saranno proporzionalmente ridotte. Nel caso in cui, viceversa, in una stagione sportiva, la somma delle singole quote sia inferiore ai 60 milioni di euro, il residuo va ad alimentare il fondo “paracadute retrocesse” relativo alla stagione successiva fino all’ammontare massimo di 75 milioni di euro o allocato a diversa destinazione sulla base delle decisioni deliberate dall’Assemblea di Lega Serie A. Una fattispecie accaduta, per esempio, nella stagione 2020/2021 quando a retrocedere furono Parma, Crotone e Benevento, cui spettavano in totale 45 milioni di euro. La differenze di 15 milioni, in quella circostanza, fu sommata al totale dei diritti TV e distribuita tra i club della massima serie.Paracadute Serie A: le cifre anno per anno
Per appoggiare e supportare la finalità del paracadute, che ricordiamolo serve a sostenere i club retrocessi per i minori introiti e i costi da categoria superiore, la somma viene erogata nel breve termine: 40% entro il giorno successivo alla fine del campionato di Serie A; 60% entro la 15 giorni dalla prima partita ufficiale disputata nella stagione successiva alla retrocessione. Quanto hanno incassato le squadre retrocesse negli ultimi campionati: 2021/2022 – Cagliari: 25 milioni– Genoa: 25 milioni
– Venezia: 10 milioni 2020/2021 – Benevento: 10 milioni
– Crotone: 10 milioni
– Parma: 25 milioni
2019/2020 – Lecce: 10 milioni
– Brescia: 10 milioni
– Spal: 25 milioni 2018/2019
– Empoli: 25 milioni
– Frosinone: 10 milioni
– Chievo: 25 milioni 2017/2018
– Crotone: 15 milioni
– Verona: 25 milioni
– Benevento: 10 milioni 2016/2017
– Empoli: 25 milioni
– Palermo: 25 milioni
– Pescara: 10 milioni 2015/2016
– Carpi: 10 milioni
– Frosinone: 10 milioni
– Verona: 25 milioni