Milan-Inter, la girata al volo di Dzeko che porta in vantaggio i nerazzurri. Gol magnifico
Le pagelle del Milan
Maignan 7: nulla poteva sui due gol nerazzurri ma ha messo mani e piedi per sventarne altri due. Non stecca mai, è il fuoriclasse di una squadra che ha trovato nel suo estremo difensore una delle figure chiave per provare a scrivere un futuro di gloria. Calabria 5: che fosse uno degli uomini cruciali della partita, lo si sapeva. Nel bene o nel male. Ed è proprio lì che l’Inter ha battuto fin da subito: dopo 7′ l’errore in marcatura su Dzeko è evidente e, purtroppo per il Milan, decisivo in negativo. Barcolla in qualche occasione, la sensazione di affanno quando l’Inter alza il baricentro è frequente. Meglio in sortita offensiva, dove riesce addirittura a mettere i brividi a Onana. Fai la somma delle due casistiche: meglio l’affidabilità difensiva o il valore aggiunto di una sortita offensiva? Decisamente la prima, meglio un difensore affidabile. E Calabria non lo è stato.L’episodio del rigore prima concesso all’Inter e poi tolto dopo il consulto al Var
dal 18′ pt Messias 6: è il primo a cercare di stravolgere l’inerzia di una gara a senso unico. Prova a restituire vigore alle ripartenze, si decentra e si accentra ma sbatte contro il muro difensivo nerazzurro. Ripresa meno vigorosa ma resta tra quelli che hanno fatto meno danni e che c ihanno provato fino alla fine. Saelemaekers 5: mentre il Milan crolla, lui è l’unico a tenere botta, poi accade il contrario. I rossoneri provano a rompere il sacrilegio e lui si spegne piano piano. Ma inesorabilmente. Giroud 5: impalpabile. Non arrivano palloni giocabili e fa poco per conquistarne. Non gli si può chiedere di andare a recuperare palla dietro e lanciarsi in velocità, c’è cuore ma non c’è gamba. C’è il guerriero ma non s’è visto il bomber. Allenatore Pioli 5,5: senza Leao si è ritrovato faccia a faccia con un problema irrisolvibile. Quello dell’attacco rossonero, francamente insufficiente per un appuntamento simile. Ha provato a metter in campo il piano B (non è che ne avesse altri) ma di fronte allo strapotere devastante della mediana nerazzurra, l’omologo reparto del Milan non ha potuto nulla. Le forze in campo erano (sono) impari. Impossibile arginare tale gap perché l’Inter non è il Napoli: non avanza solo a possesso palla, è più pesante e strutturata, può contare su almeno cinque, sei jolly che, a turno, diventano devastanti.
Le pagelle dell’Inter
Onana 6: disimpegnato, inoperoso. Per non restare avulso dalla partita prova a disquisire a ripetizione con i colleghi di difesa. Si è concesso il lusso di fare lo spettatore sul campo di una semifinale di Champions League. Darmian 6,5: disciplina e senso del dovere. Non forza mai e non sbaglia mai. Impeccabile in marcatura, ottimo in chiusura. Si lancia poco in avanti. Acerbi 7,5: insostituibile e irrinunciabile. Autentica sorpresa di stagione. Se ci siamo dimenticati tutti che a questa difesa manca l’uomo più importante degli ultimi anni, l’ex capitano Skriniar, è solo grazie a lui. Che, tra le altre cose, si prende pure la soddisfazione di chiudere la saracinesca agli attaccanti della squadra di cui ha indossato la maglia e che ha salutato non senza strascichi. Bastoni 7: nella sera più importante di questa stagione ancora in corso, non stecca. Ottimo coprotagonista di una retroguardia che non ha sbagliato niente. La sterilità dell’attacco rossonero ha facilitato il compito. Dumfries 6,5: sta tornando e lo fa quando l’Inter ne ha più bisogno. Non è ancora il fattore che riusciva da solo a cambiare volto alle partite ma la testa è di nuovo sul pezzo. Concentrato e affidabile, marca e si smarca, riparte e ritorna. Buone nuove per Inzaghi. Barella 7: tiene a bada i nervi, capisce che la lucidità, in un’occasione simile, è importante quanto l’irruenza. Motorino infaticabile, macina campo e chilometri, è sempre pronto a ringhiare sull’avversario con la palla tra i piedi e resta pericoloso ogni volta che si affaccia nella tre quarti del Milan. Calhanoglu 7,5: palla al piede, riesce a nasconderla o piazzarla esattamente dove i compagni la aspettano. L’intelligenza tattica è ormai un punto fermo, la conclusione dal limite un punto di forza. Il palo gli nega la gioia del gol nella prima parte di gara, l’avrebbe definitivamente blindata. Tanta qualità associata a una quantità costante è un lusso che possono permettersi in pochi. Artista.La gioia di Mkhitaryan, autore del raddoppio nerazzurro. Inserimento vincente che ha trovato impreparata la difesa del Milan
Il nostro SUPERTOP
Dzeko e Mkhitaryan sono un esempio duplice di cosa voglia dire aver accumulato esperienza e riversarla nel migliore dei modi nelle gare che contano, quelle di peso. Sono un esempio per i compagni, scaldano il tifo per la capacità di non mollare mai. Non sono più giovani ma conservano l’integrità dei giovanissimi. Potrebbe essere uno degli ultimi appuntamenti imperdibili di una carriera gloriosa e non lo vogliono disattendere. Secolari.Il nostro SUPERFLOP
Brahim Diaz, insufficienza grave. L’alibi della scarsa coperazione regge solo in minima parte: impalpabile, fatica a smarcarsi, a tratti si isola dal gioco. In un paio di occasioni restituisce alla squadra sprazzi di sé con un tiro e un assist. Poi torna nella zona di (s)confort dove non ci si sporca gli scarpini e non si suda abbatsanza.La pagella dell’arbitro
Jesus Gil Manzano, spagnolo 38enne, una laurea in Scienze Ambientali un paio di Master affissi alle pareti. Fa ancora l’universitario, il secondo titolo, già prenotato, è quello di psicologo. L’enfant prodige dei fischietti internazionali, per una sera, ha svestito i panni dello studente ed è salito in cattedra: piace la predisposizione alla collaborazione con gli uomini di assistenza. Un ottimo esempio è quando arriva a smentire se stesso, è il 32′ del primo tempo, in occasione di un calcio di rigore prima concesso e poi ritrattato all’Inter per fallo (sanzionato con un giallo immediatamente cancellato) di Kjaer su Lautaro. Va al Var, fa retromarcia. Tiene in pugno il match, sceglie la via del dialogo e dell’autorevolezza E convince.Milan-Inter Champions League coreografia Curva Sud
La coreografia dell’Euroderby
Una metropoli tinteggiata di rosso. Lo ha voluto il Milan che ha esercitato fino in fondo il privilegio di giocare in casa. Piazza Duomo, San Siro, casa per casa: ai tifosi è stata chiesta una luce che non tramonta mai per vivere le ore calde della vigilia con il maggior trasporto possibile. Città e spazi digitali illuminati dell’unico colore (il nero è condiviso) che non accomuna i loghi di Milan e Inter. La vita vera della metropoli, dove il calcio insiste e resiste: non è un film, questa Milano onirica in cui c’è ampio spazio per i sogni. I sogni grandi. Non è un film, l’emotività del capoluogo meneghino, ma arriva a incunearsi negli effetti speciali della filmografia grazie all’incessante creatività del tifo organizzato. La corografia conta quanto la partita: Curva Sud e Curva Nord hanno risposto presente. Come sempre. Curva Sud e Curva Nord hanno provato a vincerla prima ancora di giocarla. Come sempre. “L’Inferno è vuoto, tutti i Diavoli sono qui“: è lo striscione che prende la parte centrale della balaustra del secondo anello blu. Poi, una gigantografia del Diavolo a fare da punto focale di una coreo strutturata su tre quarti di porzioni del Meazza: l’enorme scritta “Forza Milan” sui seggiolini arancioni, l’anno di fondazione del club “1899“, tra le poltrone rosse.Milan-Inter Champions League coreografia Curva Nord