Una tappa appena, ma al Tour è già successo di tutto. Anche se l’epilogo della prima frazione è stato quanto di più scontato ci si potesse attendere: Jasper Philipsen prima maglia gialla, come logica voleva e come un “ventaglio” ha reso decisamente più semplice, dal momento che Jonathan Milan s’è trovato fuori gioco proprio in virtù della rottura che s’è venuta a creare nella testa del gruppo a una manciata di chilometri dal termine. Una “trappola” nella quale sono rimasti impigliati anche Evenepoel, Roglic e Merlier (arrivati a 39 secondi), giusto per citare qualche “pesce grosso”. Non Pogacar e Vingegaard, ben guidati nelle primissime posizioni del gruppo dai compagni di squadra, abili nel tenerli al coperto quando s’è manifestato il pericolo.

Philipsen senza rivali: “La maglia gialla è il sogno di una vita” Ganna, che sfortuna: il suo Tour è durato meno di 100 km Trentin, quinto posto d’autore. Domani tappa movimentata

Philipsen senza rivali: “La maglia gialla è il sogno di una vita”

Philipsen non ha vinto, ha stravinto il primo arrivo in linea della grand boucle. Potendo contare su 5 uomini dell’Alpecin Deceuninck, che l’hanno pilotato come meglio non avrebbero potuto (Groves e van der Poel hanno fatto il vuoto). Quasi una volata d’allenamento per lo specialista olandese, che venendo a mancare i due rivali principali (Milan e Merlier, appunto) ha avuto vita facile nel piegare la resistenza del sempre coriaceo Biniam Girmby, che ha trovato un secondo posto di valore dimostrando di potersi giocare le proprie carte, sebbene senza compagni in grado di portarlo a giocarsi lo sprint come nel caso di un Philipsen o un Milan.

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Sul podio di giornata anche il norvegese Waerenskjold della Uno X-Mobility. Philipsen ha sognato una vita questo momento e l’ha celebrato con tutti gli onore del caso: “Abbiamo fatto un grande lavoro, la vittoria è il risultato di tutto ciò e siamo veramente soddisfatti. Sapevo di star bene, ma finché non scendi in strada non sai come stanno gli altri e quali sono le tue sensazioni. Il vento ha condizionato tutta la tappa, è stato molto stressante riuscire a restare nel gruppo di testa, ma abbiamo colpo l’opportunità e siamo felici. La maglia gialla potevo solo sognarla, ora indossarla è qualcosa di unico e in descrivibile”. Era un obiettivo anche di Milan, ma il “ventaglio” gliel’ha annacquato in fretta.

Ganna, che sfortuna: il suo Tour è durato meno di 100 km

La prima tappa del Tour 2025 verrà ricordata però soprattutto per la caduta che ha messo fuorigioco Filippo Ganna. Che sulla corsa francese aveva puntato molte delle sue ambizioni stagionali, pensando anche al duello con Evenepoel nella crono in programma a metà della prima settimana.

Resterà soltanto una bella illusione: il verbanese è caduto nei pressi del passaggio attorno a una rotonda, battendo forte la schiena e decidendo di salire in ammiraglia dopo aver tentano (invano) di proseguire per qualche decina di chilometri, staccandosi sulla salita di Mont Cassel. Un destino crudele per l’olimpionico azzurro, con l’Italia che vede assottigliarsi ulteriormente le chance di interrompere il digiuno dei vincitori di tappa, che dura da 107 frazioni.

Trentin, quinto posto d’autore. Domani tappa movimentata

Il Tour degli italiani è partito decisamente col piede sbagliato, pensando al ritiro di Ganna e alla mancata volata di Milan. Ma un raggio di luce l’ha mostrato Matteo Trentin, che nel convulso finale è riuscito a restare con il gruppo dei migliori e allo sprint ha chiuso al quinto posto, sfruttando le tante assenze degli sprinter più celebrati.

Un risultato che testimonia la bontà del lavoro svolto durante tutto il percorso di avvicinamento alla grand boucle del regista di casa Tudor, che quantomeno ha tenuto alto l’onore dei connazionali in una prima giornata decisamente rivedibile sotto molteplici aspetti.

Domani si arriva a Bologne-sul-mer, città famosa per aver dato i natali all’ex calciatore Jean Pierre Papin: non ci sarà molto terreno per i velocisti, quanto piuttosto per i cacciatori di tappa, con tre cotes nel finale che renderanno elettrizzante ogni tipo di strategia. E i big della classifica (su tutti Pogacar e Vingegaard) che dovranno tenere le antenne belle dritte.