Velasco costruisce la rivincita
Julio Velasco dice tre cose facili: un paio durante il match, la terza davanti ai microfoni. Facciamo bene le cose semplici, avanti senza pressioni, si fa di tutto per battere anche gli Usa ma esistono pure le avversarie. Il Ct dice giusto: e poi, a togliere proprio tutti i filtri, chi lo sa se il sogno americano è indigesto oppure indelebile. L’America di Velasco è una ics segnata sulla carta geografica: sta in basso a destra. Georgia, Atlanta, il 1996. Fa male o fa bene un argento alle Olimpiadi? Gli anni in dirigenza, senza spogliatoi e senza allenamenti, sembravano un solco troppo grande: invece no. La vita è un manuale d’imprevisti e possibilità. Torna l’occasione irrinunciabile: una delle panchine più ambite tra tutte quelle delle nazionali sportive. Scelgono lui: maestro, filosofo, guida. E sa pure come si vince. La rivincita di Velasco, domenica 11 agosto. A quanti capita una seconda possibilità così?La storia di ieri è già vecchia
Intanto quel pezzo di storia che avevamo già scritto con la vittoria nei quarti contro la Serbia è già vecchio. Il nuovo lo abbiamo aggiornato qualche ora fa: dice che le ragazze terribili si giocano a Parigi la finale più attesa. Tre match point e a noi basta il primo. Myriam Sylla è piaciuta tantissimo nel terzo set: all’inizio ha fatto una fatica bestia. Non era lei.Festa grande dopo il 3-0 alla Turchia che vale la finale olimpica: domenica 11 agosto contro gli Stati Uniti si gioca per l’oro