Ancora spettacolo sulle strade della Vuelta. Che ha superato la boa di metà corsa, con l’ennesimo finale in salita di un giro che assomiglia sempre più a un festival per gli scalatori. L’undicesima frazione, con partenza e arrivo al Campus Tecnológico Cortizo. Padrón, se l’è aggiudicata Eddie Dunbar, irlandese di nascita, finisseur per vocazione. Suo il guizzo decisivo al termine di una tappa che non ha risparmiato emozioni e che ha consentito a Primoz Roglic di recuperare altri secondi preziosi alla maglia rossa, Ben O’Connor.
Vuelta, undicesima tappa: maxi fuga di trenta corridori Dunbar beffa Hermans e Poole e fa sua la vittoria di tappa Vuelta, classifica generale: Roglic accorcia rispetto a O’Connor
Vuelta, undicesima tappa: maxi fuga di trenta corridori
Nella prima parte, segnata dal Puerto San Xusto, primo Gran Premio della Montagna del giorno, il gruppo è rimasto compatto. Poi si è delineata la fuga più interessante, quando un drappello di una trentina di corridori è riuscito a scappar via a un centinaio di chilometri dal traguardo. Tra questi Marco Frigo, Lorenzo Germani, Filippo Zana e Gianmarco Garofoli, bravi a provare a tenere alto l’onore del ciclismo italiano dopo i ritiri di Antonio Tiberi e Giulio Ciccone.Dunbar beffa Hermans e Poole e fa sua la vittoria di tappa
Le squadre dei big, di fatto, hanno dato il via libera, visto che nel folto drappello non figuravano corridori d’alta classifica. Meurisse ha tentato la sortita solitaria, chiusa però a una quarantina di chilometri dall’arrivo. La vittoria di tappa si è decisa nell’ultimo strappo di Puerto Cruxeiras, quasi tre chilometri con una pendenza media del 9% e picchi ancora più duri, con Verona, Poole e Berrade che hanno tentato l’allungo, raggiunti da Hermans e Narvaez. All’ultimo chilometro, poi, è scappato via Dunbar, che ha beffato Hermans e Poole. Miglior italiano Zana, sesto.