Un po’ nuoto, un po’ calcio, un po’ pallamano, la pallanuoto è uno sport completo e capace di regalare emozioni incredibili.

Le regole fondamentali della Pallanuoto

Due squadre competono per lanciare la palla nella porta dell’avversario: vince chi alla fine del tempo regolare ha segnato più gol. Il pareggio è un punteggio possibile; Ogni squadra schiera in acqua sette giocatori, incluso un portiere; l’area di gioco misura 30x20m ed è profonda almeno 2m; Nessun giocatore può toccare il fondo della vasca o del campo di gioco, con i piedi; Una partita è composta da quattro quarti, ognuno dei quali dura 8 minuti; i giocatori possono toccare la palla solo con una mano; il portiere per respingere un tiro, può utilizzare le parti del corpo che emergono dall’acqua (mani, braccia, spalle, testa etc) ogni squadra ha un possesso palla di 30 secondi per costruire un’azione d’attacco; il conteggio dei secondi inizia dal momento in cui un giocatore entra in possesso del pallone; scaduti i 30 secondi il possesso palla passa alla squadra avversaria;
L’ideale è che le squadre sfruttino tutti i 30 secondi di possesso per portare la palla in posizione centrale e, da lì, attaccare la porta.

I falli nella Pallanuoto

Importante nella pallanuoto è il discorso legato ai falli. Questi includono “falli semplici“, non comportano sanzioni disciplinari, ma una punizione a favore dell’avversario, e “falli gravi” comportano l’espulsione temporanea o definitiva di chi li commette. Un giocatore che subisce una espulsione temporanea deve recarsi nella zona chiamata pozzetto (posta in un angolo del campo di gioco) e non può partecipare al gioco per 20 secondi, nei quali la squadra avversaria è in superiorità numerica. Al termine dei 20 secondi, il giudice incaricato alza una bandierina a indicare il rientro del giocatore; se egli non dovesse entrare o uscire correttamente nel/dal pozzetto, viene espulso con effetto immediato e alla squadra avversaria viene assegnato un tiro di rigore.

Le tecniche di tiro della Pallanuoto

Il tiro più comune è quello classico, consiste nello scaricare la potenza accumulata con la trazione, scagliando con un movimento rapido del braccio la palla verso la porta avversaria.

Esistono poi delle varianti al tiro classico e sono:

il tiro a schizzo consiste nel sollevare leggermente la palla con una mano e impattarla con le dita dell’altra, con la quale si sta terminando la bracciata; il tiro di polso prevede di concludere a rete senza uscire con il busto dall’acqua e scagliare la palla verso la porta con la sola forza del polso; nel tiro a colonnello si afferra la palla con il braccio disteso sull’acqua, si trascina indietro, prima affondandola e poi lasciandola riemergere. Posizionando la palla all’altezza del viso, con il braccio intraruotato fuori dall’acqua, si fa forza su di esso per lanciare la palla verso la porta; il tiro a sciarpa prende il nome dal movimento che si effettua durante questo tiro, che ricorda il gesto per indossare una sciarpa. Infatti il giocatore afferra la palla e con un movimento semicircolare verso la spalla opposta scaraventa la palla verso la porta; la rovesciata si esegue afferrando la palla ed eseguendo un movimento di novanta gradi verso destra durante il quale si lascia la palla; la palomba prevede l’esecuzione della fase di trazione, ma anziché imprimere potenza alla palla, distendere il braccio per darle una traiettoria morbida che punti a scavalcare il portiere.

Il Settebello

È Ermenegildo Arena, giocatore della Rari Nantes e del Settebello, a dire: “Ci chiamano ‘quelli del Settebello’”. Arena fa riferimento al soprannome dato ai giocatori del suo club, ma in breve tempo il termine Settebello passa ad indicare l’intera nazionale maschile di pallanuoto. A garantire l’immediata fama del marchio è la medaglia d’oro olimpica ottenuta ai Giochi di Londra del 1948 in cui la squadra vince sull’Ungheria, campione in carica da due edizioni.

In un’Italia che ancora porta le profonde cicatrici lasciate dal conflitto, la vittoria del Settebello diventa un simbolo di ripresa e il bronzo dei Giochi di Helsinki 1952 accresce la fama di questo sport tra il pubblico. Il momento più alto per la Nazionale di pallanuoto arriva alle Olimpiadi di Roma 1960, dove il Settebello vince l’oro avendo la meglio nel girone finale su Ungheria, Jugoslavia e Unione Sovietica, rispettivamente le medaglie d’oro, argento e bronzo di Melbourne 1956.

Altro grande momento per la squadra è negli agli anni ’90 con l’allenatore Ratko Rudic e poi Francesco Attolico, Sandro Campagna, Carlo Silipo, del Grande Slam iniziato con l’oro olimpico di Barcellona 1992 contro la Spagna di Manuel Estiarte, da tanti considerato il Maradona della pallanuoto, e proseguito con l’oro agli Europei di Sheffield del 1993 e con la vittoria ai Mondiali di Roma 1994.