Ci sono voluti due anni affinché Lewis Hamilton ritrovasse la vittoria in F1. E, come nelle migliori (anche banali volendo) sceneggiature, c’è riuscito in casa, davanti al suo pubblico di Silverstone. E pure in una gara memorabile, ricca di colpi di scena e di ribaltamenti di fronte. Un successo meritato per il baronetto di Mercedes che si appresta a traslocare in Ferrari il prossimo anno. E la forma ritrovata è in un certo senso una buona notizia per un team che ha fatto un investimento così oneroso ed ambizioso. Peccato però che al momento Maranello stia continuando a vivere una parentesi drammatica nel Mondiale.

GP Silverstone, Hamilton: “Ho pensato di non essere più all’altezza” Altra disfatta Ferrari e il dilemma degli aggiornamenti Sainz: “Abbiamo perso mesi di sviluppo” Leclerc frustrato: “Abbiamo buttato la gara nel cesso”

GP Silverstone, Hamilton: “Ho pensato di non essere più all’altezza”

Prima di arrivare alla Caporetto delle rosse, soffermiamoci su sir Hamilton, scosso (ma in senso buono) e in lacrime al traguardo lui che comunque vanta 7 titoli iridati in F1. La sua Mercedes ha avuto la meglio sulla vettura più prestante dell’attuale parco, ovvero la McLaren, che come un proverbiale lemming si è lanciata dalla scogliera rovinando un potenziale trionfo a causa di scelte errate ai box. Hamilton è stato graziato anche dal meteo, visto che nella parte finale e decisiva della gara la pioggia ha cessato con la contestuale asciugatura della pista: una manna per la sua vettura che montava gomme soft, laddove la MCL38 si è dimostrata molto competitiva sul bagnato.

Ma il britannico ha resistito, anche di fronte all’assalto della nemesi che nel 2021 lo privò dell’ottavo titolo, ovvero Max Verstappen (poi secondo davanti a Lando Norris). Anno, tra l’altro, a cui risale l’ultima vittoria in un GP di Hamilton. E al pubblico festante e adorante di Silverstone il campione ha dichiarato urbi et orbi: “In questi due anni e mezzo ogni giorno mi svegliavo per combattere, allenarmi ed essere pronto mentalmente per questo obiettivo. Vincere a Silverstone e per l’ultima volta con questo team era una cosa che desideravo tantissimo. Amo questo team per tutto il lavoro che hanno fatto per me in questi anni. A loro devo tanto e sarò sempre grato”.

Poi ha rivelato: “Ci sono stati dei giorni bui tra il 2021 ed oggi. Ho pensato di non essere più all’altezza e non poter tornare a vincere. Ma ciò che conta è che ho persone fantastiche accanto a me e un team che mi ha sempre supportato e incoraggiato”.

Altra disfatta Ferrari e il dilemma degli aggiornamenti

La squadra che lo accoglierà nel 2025, invece, come abbiamo detto sta masticando amaro e sembra totalmente nel pallone. In un fine settimana in cui Maranello ha giocato alla roulette degli aggiornamenti, decidendo quale pacchetto salvare (alla fine l’ha spuntata quello meno recente, che ha debuttato ad Imola, mentre i rivali continuavano a migliorare i propri), alla fine la gara ha sentenziato un quinto posto per Carlos Sainz con un ritardo mostruoso di oltre 40 secondi da Hamilton, mentre Charles Leclerc è sprofondato al 14esimo per via di una scelta sbagliata di gomme.

Lo spagnolo, pur soddisfatto per aver azzeccato le chiamate al pit-stop e le gomme (in particolare le hard all’ultimo giro, su asfalto asciugato, anziché le soft) e per essersi avvicinato al podio, a Sky Sport ha comunque riconosciuto il fatto che la SF-24 ha pagato sia con la pista totalmente bagnata che quando era completamente asciutta. E in vista della breve pausa della F1, si può già fare un bilancio del lavoro con gli aggiornamenti.

Sainz: “Abbiamo perso mesi di sviluppo”

Per Sainz la prestazione con le novità studiate per la vettura “non è molto buona”. “Siamo praticamente tornati alla stessa auto di Imola e da lì tutti hanno fatto miglioramenti – ha sottolineato -, probabilmente conquistando due decimi di performance, mentre noi siamo dovuti tornare indietro”. Oltre a dover fare ancora i conti con l’impiccio del saltellamento, minore rispetto al pacchetto di Barcellona ma comunque avvertibile nelle curve veloci.

La sentenza dello spagnolo è impietosa: “Abbiamo perso due o tre mesi di sviluppo. È chiaro che di recente non abbiamo preso le decisioni giuste“. Il ritorno alle specifiche di Imola, comunque, per Sainz è un punto di partenza dal quale si può migliorare, anche se i rivali “sono più avanti rispetto a noi”. Lo spagnolo confida che il team possa fare le scelte giuste di volta in volta, “sino a che non avremo un pacchetto più solido, che non genererà il bouncing alle alte velocità e che, allo stesso tempo, sia valido alle basse velocità. Allora potremo di nuovo pensare di lottare con i primi tre team”.

Leclerc frustrato: “Abbiamo buttato la gara nel cesso”

Più sconfortato Leclerc, che ha pagato la scelta troppo anticipata di montare le gomme intermedie, andate ad usurarsi con la pioggia. Il monegasco, lontano dai fasti del trionfo di Monaco, ha parlato di “incubo” che stanno vivendo “da 3-4 gare”. E ha ammesso: “Ho fatto un’ottima partenza, ma c’è stata una chiamata sbagliata. Tutto è andato male decidendo di passare dalle slick alle intermedie dopo il primo stint. Dalle informazioni che avevamo si poteva pensare che potesse essere la scelta giusta”.

Poi ha ulteriormente aggiunto: “C’era molta pioggia in curva 15 […] e ho provato ad anticipare la sosta, ma la pioggia è arrivata 8-9 giri più tardi. Lì è finita la nostra gara, perché quel tempo è stato sufficiente per distruggere le mie gomme e abbiamo dovuto fare un altro pit stop. È stato frustrante, un altro fine settimana da dimenticare ma ora iniziano a diventare davvero tanti. La verità – ha quindi ammesso – è che siamo gli unici ad essersi fermati per cambiare le gomme in quel momento, buttando la nostra gara nel cesso [sic]. Ora bisogna capire se avremmo potuto prendere una decisione migliore”.